Natalina e…

Premessa

Per la Festa dell’Immacolata è tradizione correre a Monterotondo la Natalina, un saliscendi di tutto rispetto che faceva da preparazione muscolare per la Best Woman, gara dove provare a fare il proprio Personal Best.

Ma quest’anno siamo ancora dentro la pandemia e la Best Woman è stata annullata anche questa volta e allora accontentiamoci di correre in modo muscolare aggredendo le salite e le discese, cercando di convivere con le intemperie del periodo.

Allo stadio Paolo Rosi, quasi contemporaneamente si svolge la Manifestazione di chiusura anno, organizzata dal Comitato Provinciale FIDAL, aperta anche ai Master che gareggiano come assoluti sulle distanze di 500mt e/o 2000mt

Il ForresTeam si divide e porta partecipanti ad entrambe le manifestazioni, sia al Paolo Rosi che a Monterotondo, ci sono esordienti con la canotta Orange della Podistica Solidarietà che, emozionati, fanno il loro ingresso ufficiale nelle classifiche della società.

Da buona tradizione seguiranno alcune emozioni che alcuni dei partecipanti hanno voluto riportare in piccoli resoconti…

gruppo
quasi tutti noi…

La Natalina del coach

Non è la prima gara “post” Covid, ho ben pensato di esordire con la Maratona di Roma in quel di settembre… diciamo che è la prima gara dove bisognerebbe correre, la distanza lo impone.

Una 10km implica di impostare un Ritmo Gara accettabile e in ogni caso “dignitoso” ma le altimetrie del percorso non permetteranno di certo di spingere piu’ di tanto, quindi la tattica è presto fatta: partenza senza forzare, valico aggressivo delle montagne e spinta in discesa per recuperare il tempo perduto a salire.

E in pianura? Beh si prova a dare un senso allo stile, cercando di mettere in pratica le tante indicazioni che sono solito urlare durante gli allenamenti, alle quali nessuno e’ escluso, tantomeno chi deve dare il buon esempio!!!

La logistica prevede il viaggio insieme a Candy Candy e cerco di ricambiare la gentilezza dispensando consigli su come affrontare la gara. Non ho molte aspettative dai miei atleti, mi va bene che si esprimano al meglio delle loro possibilita’, senza lesinare energie e soprattutto che si divertano e facciano esperienza di gare “nervose” come propone questo percorso, per altro modificato per l’occasione.

Ci scaldiamo insieme, dopo aver atteso l’ultimo istante possibile per togliere le confrotevoli coperture. Qualcuno dice che siamo ad 1°, io non sento cosi’ freddo ma mi copro il piu’ possibile con accessori indispensabili (guanti, cappello, termiche… e anche la mascherina!)

Si parte assiepati ma non troppo, tutti mascherati. E’ la prima volta che parto dietro, ma preferisco cosi, almeno oggi. Ero solito affrontare la discesa con i primissimi per vivere gli antichi fasti, almeno per un chilometro, ma oggi mi sono riproposto una gara a Ritmo calcolato, diciamo facile.

Si è vero, io sostengo che una gara deve sempre “meritare” la massima dedizione, ma il mio facile si sa, non è risparmiarsi ma correre sempre in perfetta cognizione del gesto atletico.

Partendo dietro ho il piacere di fare incontri e salutare i tanti conoscenti che in tutti questi anni hanno incrementato il mio database, quindi dopo un chilometro circa di sorpassi raggiungo una posizione e un “intorno” più confacente con le mie caratteristiche. Cos’è l’intorno? Quel gruppo di runner con i quali per periodi piu’ o meno lunghi corri gran parte delle gare e diventano il tuo riferimento, con loro capisci se stai andando piano, stai andando forte o … facile!

Oggi sono senza orologio, anche questo si è bruciato e nonostante stia memorizzando il mio ritmo non mi visualizza i dati, quindi corro a sensazione, guidato solo dal ritmo del cuore che mi fa da pacer.

Saluto il grande Leone dei bancari che ruggisce sempre e mi riconosce anche solo dalla voce, e ogni volta che lo passo mi da prova che legge le mie cose su Facebook e per me e’ un onore!

Punto Babbo Natale e mi dico, almeno lui lo dobbiamo passare…

Quando gareggio mi pongo sempre degli obiettivi, e anche se sto correndo facile, ogni tanto qualcuno diventa un bersaglio da colpire, e noi runner colpiano con il sorpasso. Ho sempre immaginato di essere una specie di pacman che prende energia dal sorpasso e la perde se a sua volta viene sorpassato. Questa volta che sono partito da dietro mi sto caricando al massimo di energia!

Qualcuno mi aveva parlato di una nuova salita “tremenda” intorno al secondo chilometro, beh sara’ che sto andando facile ma non la sento quasi… la tecnica e’ nota, si accorcia il passo e si aumentano le frequenze.

Riprendo un atleta gajardo di Montecompatri, siamo simili, ma solo quando io vado cosi piano… mi puo’ essere utile come riferimento. E’ piu’ agile in salita e mi stacca, ma poi in discesa faccio valere la mia potenza e butto il corpo giù e spingo. Come si fa ad andare veloci in discesa? Beh per prima cosa serve massima concentrazione, l’asfalto bagnato è pericoloso. Le braccia diventano fondamentali, sono loro che danno la cadenza del ritmo, non serve un passo ampio altrimenti si grava troppo sulla schiena, anche in discesa si va di frequenze, la gravita’ fa il resto…

Molto importante in discesa è recuperare la respirazione, una gara come quella di mercoledì va vista come ripetuta in salita e recupero in discesa, ma attenzione recuperare non significa affatto rallentare.

La mente è molto importante in queste gare. Non bisogna lamentarsi delle salite, sono compensate dalle discese e soprattutto non bisogna contare l’agonia di ogni chilometro ma concentrarsi sulla gara, sullo stile, sulla respirazione.

Arrivato al 5° chilometro mi son detto, ma dai!!! Siamo gia’ qui?!! E ora se ne fanno altrettanti e si arriva! Che spettacolo!

Non sono per niente affaticato quindi… non sarà difficile chiudere questa gara.

Arrivato alla ciclabile sapevo cosa mi attendeva. Io lo battezzo come il tratto più impegnativo di questa gara. E’ un falsopiano molto lungo, sale e sale, non si impenna ma toglie il fiato. Per non parlare del biscotto dove si impenna e poi si scende…

Ma non si puo’ cantare vittoria per la discesa.. ci sara’ una salita impegnativa, ma sara’ l’ultima!

Mi sorpassa un bancario della mia categoria, un altro “competitor” quando vado a queste velocità, è un agonista… e il suo sorpasso per me è una disfatta mentre per lui è un inno alla gioia!!!

Ma sbaglia il momento, mi ha preso che stavo in “recupero” e ora ho un po’ di energia da spendere. Che faccio? Uso la tattica? Eh si… le gare si vincono con le capacità ma soprattutto con le strategie.

Mettero’ in pratica la sempre valida “coattata“. E in che consiste? Mentre lui e’ in pieno “godimento” io faccio un cambio di passo deciso, non in un punto qualunque ma qualche centinaio di metri prima della salita, la salita si sa aiuta molto la coattata.

Lo passo al doppio della sua velocità e questo è un colpo da ko per chi lo riceve. Non lo guardo neanche, passo e non mostro di soffrire, trattengo il respiro, almeno fino a quando non sono a 30 metri. Sì, perchè questo e’ il distacco da prendere e anche in poco tempo.

In questo momento io sono in pieno slancio e lui in massima depressione. Era tutto soddisfatto del suo sorpasso e ora subisce questa incredibile onta! Non puo’ e non sa reagire, sono troppo piu’ veloce, almeno fino all’imbocco della salita, ora sono al sicuro, non puo’ piu’ prendermi, non perche’ non ce la faccia ma perchè ha subito psicologicamente il controsorpasso… e ora ansima ingigantendo la sofferenza.

La coattata è un bluff perche’ io non ce la farei mai a tenere quel ritmo fino alla fine, ma basta quel distacco per tenerlo dietro di me e gettarlo in un vortice di difficoltà più mentali che reali!

La salita finisce con una curva a destra che poi porta in discesa verso lo stadio.

Sono in difficolta’ e allora conto il 7, cosi l’appoggio finale si porta prima su un piede e poi sull’altro. Mi sono imposto questo slancio per il sorpasso e ora devo tenere dopo aver osato!

Ci siamo, ecco la discesa, si va veloci… poi si entra nello stadio e, considerando che ci sono 250mt, si prova a superare chiuque alla portata e anche qualcuno in piu’.

bacio
Un bacio all’AMIP

L’intorno e’ tutto la’, c’è la possibilita’ del filotto reale, e io in queste situazioni ci sguazzo come un paperotto!

Prima fase impostiamo la volata, e poi inevitabilmente prendiamo la seconda corsia, in questi casi e’ inevitabile, sono tutti alla portata, e allora accelero, facendo molta attenzione, si scivola, si pattina, allora forzo il passo, spingo forte sulle caviglie, rimbalzo piatto al massimo, ne passo uno, due, tre… quattro, ne resta uno, ma ho un atto di bontà, non se lo merita, oggi vinci tu, ma la prossima mi prendo la rivincita, non lo voglio passare a petto basso sul traguardo, ogni tanto lo faccio.

Fine, mi complimento con chi sta avanti e saluto chi sta dietro, metto la mascherina ma non respiro, sto un po’ in apnea, ho fatto un 150mt molto spinto… e in generale ultimo mille a palla…

Vorrei tornare indietro a prendere i miei alteti ma non si puo’ in gare come questa, li aspetto al gazebo…

La Natalina di Ros

Ros 4
Ros al passaggio al 4° km

– “iscriviti alla natalina, sarà allenante”.
Sto pensando che una gara con quel nome sarà divertente: me la immagino piena di elfi e gente che corre con cappelli rossi e barbe finte. Il tutto con le colonne sonore tipiche del periodo di natale.
– “masssì, dai. Bisogna avere il coraggio di ricominciare. Sempre”.
Mi iscrivo, si avvicina la gara, incontro runners che mi dicono:”e proprio con questa dovevi ricominciare?”, inizia il calvario del pentimento.
Ho sperato persino di non trovare un passaggio per Monterotondo stamattina.
Invece, nel ForresTeam, c’è sempre qualcuno disponibile (a volte ti appare come un castigo).
Arriviamo: ecco il gazebo della Podistica.
La mia prima gara dopo il lockdown, la prima in orange, la prima con questa banda sorridente e simpatica, sempre disponibile (saranno gli elfi che avevo immaginato?!?).
Riassumo la gara in due parole: partenza, salitone da montagna russa (non può esistere davvero, è un rendering 3D di un architetto pazzo!), mi fermo, cammino, respiro, penso a tutti gli amici che vorrebbero correre e non sono qui e riparto.
In sostanza un eterno saliscendi, un falsopiano infinito di oltre 2 km e l’arrivo sulla pista dello stadio Cecconi.
Devo dire che l’arrivo in pista mi ha riportato a casa.
A consuntivo, ne è valsa la pena. Con il coach che mi dice:”diciamo che sono soddisfatto. Brava!”.
Quel “diciamo” stona con il “brava” ma io oggi ho spento il proiettore dei miei film mentali.
Me la godo!
Grazie coach: per oggi, ma solo per oggi, te vojo bene!

La Natalina di Mario

mario 4
Mario al passaggio al 4° km

La Natalina è una bella corsa, per le salite e le discese e per l’atmosfera di paese che si respira a Monterotondo.

La mia Natalina di quest’anno è stata importante perché a causa di un fastidioso infortunio ho dovuto rinunciare agli appuntamenti della Roma Ostia e della Maratona di Roma ed avevo bisogno di ricominciare a gareggiare.

Non ho fatto un gran tempo ma è stata una gara conclusa senza fatica, quasi in totale relax e soprattutto senza dolori. Insomma me la sono goduta malgrado il gran freddo iniziale e qualche goccia di pioggia che come dice il Coach è uno stato mentale. Evviva !
Questo sarà il primo mattoncino per costruire la strada che mi porterà verso la maratona di primavera.
Ho incontrato lungo il percorso un caro podista, un po’ anzianotto, che corre con uno stile tutto suo, con il quale ho fatto l’elastico nelle mie tre maratone. Ed ovviamente abbiamo fatto l’elastico anche alla Natalina.

Incredibile vero ? Secondo me è un segno del destino.
Alla prossima, io non mi fermo.

 

La Natalina di Andrea

Personal Best!!

La Natalina di Candy Candy

Elisa al Paolo Rosi

8 dicembre 2021, Stadio Paolo Rosi: la mia prima gara in pista, 500 mt.

Non so cosa aspettarmi: non ho idea di quale possa essere un tempo decente alla mia portata su questa distanza.

Ho le gambe stanche prima ancora di partire: ho sbagliato l’allenamento di due giorni prima, quando una corsetta che doveva essere rigenerante si è trasformata in chilometri inutili.

Pazienza, mi dico: vuol dire che potrò sicuramente migliorare la mia prestazione di oggi.

Anche questo è un modo per alleggerire la tensione, quella sottile ansia da prestazione che si insinua sempre in queste occasioni, per quanto mi dica che non devo dimostrare nulla a nessuno.

Di donne siamo in poche, sei, e partiamo in un’unica serie. C’è Svitlana, che ho appena conosciuto e che so essere una TOP, e altre 4 ragazze che avranno la metà dei miei anni.

Al momento dello sparo partiamo tutte insieme e il gruppo rimane compatto fino alla prima curva. Io rimango subito per ultima ma non mi importa: preferisco spingere di più alla fine, se ne avrò la forza. Poi il gruppo inizia ad allungarsi: le ragazzine sono decisamente più veloci ma io sono a poca distanza da Svitlana e questo mi conforta.

Sento l’acido lattico nelle gambe, che pesano sempre di più: potrei pensare a oscillare bene le braccia, a sentire il rimbalzo sul tartan, a correre bene insomma… Ma questo lo capisco solo a gara finita: lì per lì non riesco a fare nulla di tutto questo.

Per qualche tratto conto i passi: mi aiuta ad accorciare mentalmente la distanza che mi separa dall’arrivo.

Gli ultimi 100 metri non riesco ad accelerare, o almeno non mi sembra: so che la sfida è anzitutto con me stessa, ma vedere che le prime ragazze hanno già tagliato il traguardo mi dà la sensazione che la gara sia già finita e ho la tentazione di mollare. Per fortuna c’è sempre Svitlana poco avanti a me e mi motivo a rimanere per lo meno attaccata a lei.

Finalmente arriva l’agognato traguardo: sono contenta di poter allentare lo sforzo, di dirmi che ce l’ho fatta, in qualche modo. Non ho idea di come sia andata, del tempo: ne vedo uno sul cronometro ma è troppo basso, probabilmente si riferisce alla ragazza che è arrivata per prima. Comunque non importa, controllerò più tardi: adesso mi godo l’andrenalina scatenata dalla gara e il clima di festa.

(il tempo sarà un 1’37″92 di tutto rispetto!!! nota del coach)

Paolo Rosi
Le nostre Atlete al Paolo Rosi

Svitlana al Paolo Rosi

E’ nota, almeno per me la sua voglia di partecipare alla manifestazioni di Atletica Leggera, ma per un motivo o per l’altro non sempre riesce a soddisfare questo desiderio.

E allora questa volta per compensare la nostra Silvietta si è cimentata in una doppietta davvero impegnativa:

  • 500mt
  • 2000mt

Il tutto nel giro di un’ora circa

Nei 500mt ha chiuso con un ottimo 1’37″52

Mentre nel 2000mt 7’29″38

Due ottimi risultati considerando il momento della stagione l’avero dovuto accumulare acido lattico prima e fiato corto dopo… 

Brava!

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