Che Domenica Best…Alè!

Premessa

Personal Best è un termine inglese ricorrente tra i Runner. Per qualcuno è un’ossessione, per qualcun altro motivo di vanto, per molti un obiettivo.Ho spiegato più volte che, per le gare su strada,  non esiste un Personal Best sulla distanza, nessuna gara di 10 km è uguale ad un altra, il paragone è impossibile a volte anche per la stessa gara nel tempo …In pista è diverso, le piste sono (più o meno ) tutte uguali !!!

Domenica 3 Dicembre è stata per molti del ForresTeam una domenica in cui misurare le proprie condizioni, l’attuale valore, il culmine di un periodo di lavoro per conseguire un obiettivo. Raggiungerlo non significa “arrivare” ad un traguardo, ma unicamente ad una tappa di un percorso composto da tante frazioni. Non tutti percorreranno il miglioramento alla stessa andatura, qualcuno andrà avanti, qualcun altro verrà superato, qualcuno dovrà mettersi in pausa … la misura non è la posizione ma … la partecipazione! Esserci vuol dire sicuramente, prima o poi … migliorare!!!

In questa domenica ci si misura con 2 distanze, una Maratona e la 10 km . Non a caso ho usato questi articoli :” una e la …” , perchè Latina non è certo la Maratona più nota, ma sono sempre 42.195 metri!! Mentre la Best Woman è la 10 km su strada per eccellenza, almeno nel territorio.

( i fantastici ) Quattro  saranno a Latina per un obiettivo comune, molti altri sono a Fiumicino per andare più veloce possibile!

I “racconti” della Best Woman saranno interesse del prossimo articolo, scritto dalle mani dei protagonisti , perchè la “nostra corsa” non si ferma al traguardo, ma continua nel condividere le sensazioni e le emozioni vissute, per gioire insieme sempre e comunque leggendo le imprese dei nostri compagni di allenamento!

 

La Preparazione

Per la Maratona di Latina ho preparato una tabella “slim” di 4 settimane circa, volta più a preparare la mente che il corpo all’evento. Non sono mai stato d’accordo sui “lunghi” e sui “lunghissimi”, e sono piacevolmente sorpreso che iniziano a moltiplicarsi quelli che la pensano come me. Sono certo che non ci sono regole o formule certe per correre più di 42 km , l’esperienza mi insegna che basta una piccola febbre per rovinare i “canonici” 3 mesi di preparazione , quindi ci si prepara con allenamenti anche “relativamente” veloci,ma impegnativi, per non essere solo “lenti” e “resistenti”, ma soprattutto concentrati e determinati!Sono certo che mai e poi mai, Francesca, dimenticherà i 10 x 1000 mt, con 200 mt recupero attivo!!!

Francesca e Max, due miei atleti, si sono impegnati  molto in questo “mini ciclo” preparativo, hanno corso contro le intemperie, gli impegni quotidiani, le insicurezze, gli impedimenti … si sono sacrificati e hanno fatto di tutto per aver alibi alcuno!!!

Una tabella composta da 4 uscite settimanali, e una gara la domenica. Massima distanza percorsa? 2 ore , forse qualche minuto in più ! Unica certezza? La totale fiducia del loro coach. A loro un intenso programma, e a me??? 2 allenamenti la settimana ideali per una 10 km. Sto lavorando molto in questo periodo e non ho tempo per allenarmi di più … e nessun week end si è reso disponibile per arrivare a correre “almeno” un’oretta … (gne, gne, gne!!!)

 

Assistenza

Ho preso questa decisione … non so quando, ma so perchè ! E’ iniziato da tempo il processo di trasformazione da atleta a coach. Da questa nuova prospettiva riesco ad avere motivazioni e vivere emozioni in modo esponenziale. Sono sempre stato un passionale, specialmente nell’atletica leggera, ora sto imparando a vivere intensamente non solo le mie gare, ma anche quelle dei miei atleti. E’ davvero fantastico mettere a disposizione l’esperienza e le nozioni acquisite sul campo e sui libri, e rimanendo atleta, posso vivere da dentro le premesse e i risultati degli allenamenti, fornendo un feedback in prima persona a me stesso.Un tempo, un “vero” coach, viveva con distacco la gara dell’atleta, il suo compito era prepararlo al meglio, poi in gara si compete da soli, contro sè stessi, contro il tempo, contro gli avversari … Oggi questa “durezza” si è un po’ ammorbidita,  non è difficile vedere i coach accompagnare i propri atleti in alcune gare, per consentire loro di vivere un’esperienza speciale e imparare anche “runtime” oltre che durante la preparazione. Questa è stata la mia prima “concreta” assistenza, con un obiettivo difficile (impossibile?) , su una distanza Regina , che incute rispetto e merita la massima attenzione!!!

E’ una enorme responsabilità di cui mi faccio volentieri carico, essere un punto di riferimento, un valido apporto, esserci non garantisce affatto la prestazione, ma può essere un sicuro conforto . Con queste premesse è vietato deludere, obbligatorio mettersi in gioco .

 

Il Viaggio

Una Maratona (a parte Roma) prevede sempre un viaggio. Treno, aereo … nel caso di Latina si va in macchina! Non c’è molto traffico, si parla, si scherza … la regola che ho imposto da giorni è :”non parlare della Maratona”! Arrivare all’evento, addirittura alla partenza come se non fosse quella la distanza da percorre. Un modo per esorcizzare le tensioni, e anche per non partire già “stanchi” !Qualche volta il discorso “sfugge” e si fanno dei riferimenti, ma solo accenni. Qualche suggerimento, ultimi consigli e l’argomento principe è la Best Woman dei nostri compagni di allenamento. Nella mia mente mi sento come succede sempre in questi casi, ma stavolta moltiplicato 3, ovvero all’andata sono nessuno, al ritorno sarò protagonista di un’impresa fantastica! Solo chi la corre, e quando dico corre, intendo portare al massimo le proprie possibilità, sa a cosa mi riferisco .., Mi perdo nei pensiere e …arriviamo a Latina, iniziano i “preliminari” …

 

… Via!

Poco prima di partire i soliti “gesti” scaramantici, quelle cose che fai a volte inconsapevolmente, altre no, un piccolissimo riscaldamento, la scelta dell’abbigliamento accessorio (guanti si/no, scalda collo si/no …) , tutti alla partenza … e via!In questa gara si parte insieme a quelli che correranno la 10 km. Ci sono persone bellissime come Adriano con il figlio, che rivedo sempre con piacere, c’è Cristina con Batman (Domenico) e poi Fabrizio che si e’ preparato per una fantastica gara! C’è anche Claudio, con il quale ci stiamo giocando il primo posto al Criterium Top Orange, un’accesissima disfida, punto a punto! Ma oggi non sono un atleta, sono un accompagnatore “competente”, e tutto questo passa in secondo piano.

Si forma da subito il nostro quartetto. Si aggiunge Domenico che puo’ fare benissimo il tempo che ci siamo prefissati. Qual è l’obiettivo? Lo scorso anno Francesca e Max corsero questa gara da “soli”, per Max non andò bene, fu un pessimo periodo quello e ancora lo sta pagando mentalmente. Per lui e’ una rivincita, non vuole fare un tempo “best”, ma arrivare in modo più che degno. Per Francesca un tempo c’è, 3h39′ per migliorare anche solo di qualche secondo. Io la voglio misurare con 3h30′ un obiettivo apparentemente impossibile, ma solo con la follia si ottengono certi risultati … e a me non manca !!! Sia chiaro che quel tempo è oggi, per me, tutt’altro che facile e scontato! Non tanto per la difficoltà oggettiva, quanto per le inclusioni che implica arrivare lucido al 32° km per essere il valore aggiunto della truppa!

I Fantastici 4 al via!

Quando sei “colui che porta” hai il dovere di essere un riferimento e la responsabilità di intervenire per gli altri alla bisogna. Tu non puoi e non devi essere assolutamente di peso, ma altresì portare leggerezza … è questa la mia missione di oggi, da fare in un tempo dignitoso.

Questi pensieri invadono la mia mente al primo km, gli altri sono in “trans-agonistica”  e l’entusiasmo li porta ad “osare”, io mi metto avanti come per dire, di qua non si passa , detto io il ritmo. Imposto un 4’50″/km giusto per iniziare, un po’ veloce come partenza, ma serve a scaricare la tensione e a recuperare qualche secondo che diverrà molto utile per i ristori speciali. Sono irrequieti, provano a forzare il passo, ma li contengo e gestisco. Nei primi chilometri percorriamo un biscotto che ci permette di osservare (con ammirazione) i battistrada, tra cui Luca Parisi,  che sfreccia con la sua andatura veloce/costante , ma anche chi è dietro, tutti inneggiano a Francesca, le danno cariche di energia indispensabili per questa impresa! Lei è sempre schiva, ma questa volta pare gradire e molto gli incoraggiamenti. Io sono concentrato, e inizio ad impostare il mio “computer” di bordo cerebrale …

Si può serenamente affermare che in questa Maratona, questo tratto del biscotto è il punto più confortante di tutta la gara, per il resto … c’è solo la gara, niente pubblico, niente monumenti … niente musica … solo la gara, ma quella siamo venuti a fare e quella faremo!

La formazione è in assetto,  siamo 4 , con coppie che si alternano, ma io sempre avanti, non tanto per “megalomania” , quanto per regolamentare l’andatura.

Mi apposto sulla striscia di mezzeria e spiego il motivo … in una gara lunga 42 km i dettagli sono fondamentali!!! Le strade sono fatte a schiena d’asino per far scorrere la pioggia, correre su un lato, alla lunga può traumatizzare le caviglie. C’è inoltre da considerare che se tagli dal centro le curve, guadagni metri che alla lunga diventano secondi/minuti preziosi!!!

Sul lato sinistro della strada vedo un cartello posto in senso contrario, deduco che questo tratto lo percorreremo anche al ritorno, leggo il cartello c’è il numero 35 affisso, quando torneremo , in questo preciso punto, potremo fare un check finale e verificare se siamo dentro il “sogno”, oppure dentro una “impresa” … o se  non coglieremo l’obiettivo!

Lasciamo i Runner della 10 km e ci guardiamo intorno … eccoci, siamo noi, i Maratoneti, quelli che andranno avanti ancora per molto, per quanto? Staremo a vedere …

I primi 10 km passano abbastanza sciolti, transitiamo in 49’04, siamo sotto di 1 minuto, tempo prezioso da mettere da parte per momenti di difficoltà. Due ristori sono passati senza alcun secondo perduto, faccio uno strappetto, bevo e prendo acqua per chi ne vuole, a qualcuna la obbligo a bere … non si parla, solo sguardi, ma a volte sono molto più loquaci!

 

I palloncini

Ovvero i pacer, ho una mia idea su queste figure, presenti ormai in tutte le Maratone, a volte anche in gare minori … Ho molti amici che si dilettano a svolgere questo servizio utile … utile??? Loro ricevono il pettorale gratis, e si impegnano a portare un gruppo (che non sempre rimane compatto …) in un tempo prefissato, peccato che il tempo è quello ufficiale e non il realtime, peccato che ci sono i ristori, le salite, il vento … insomma con loro viene meno un principio fondamentale della Maratona, la regolarità ! Si corre a strappi, cosa che per loro e’ gestibile , in quanto normalmente, corrono in tempi molto più lenti delle loro possibilità, ma chi è al limite, se non oltre … correre ad elastico è deleterio!A questo si aggiunge poi la “chiacchiera” … parlano loro, parlano quelli del gruppetto … parlano, parlano … di cosa? Di tutto ciò che è detrattore dell’energia, parlano di gare, della precedente durissima, della prossima … impossibile … parlano di allenamenti estenuanti …  e poi svelano segreti. come quello di essere stati chiamati la sera prima per sostituire un pacer malato … e di aver portato un amico … corrono male, sono un pessimo esempio! Tra il campionato di banalità vince … dai che mancano solo 8 ripetute da 5km con recupero 0″!!! Qua si e’ toccato l’apice del fondo! Non fatevi trattare da “tapascioni” seguendo chi si sente “qualcuno” solo perche’ ha un gps (neanche sempre …) e un palloncino. Ovvio ci sono pacer bravissimi, preparati sia mentalmente che atleticamente, ma sopratutto psicologicamente, ma non sono la maggioranza …

Perche’ parlo di loro? Perchè ci troviamo in mezzo al gruppo delle 3h30″, sono piu’ avanti del loro passo, si stanno prendendo un vantaggio, un po’ come stiamo facendo noi … e sono una noiosissima alternativa al silenzio dello scenario che stiamo percorrendo.

Noi stiamo “spaccando” il secondo nelle nostre medie, loro sono un elastico semovente ,ora avanti, ora dietro … spesso in mezzo! Stizzito faccio uno strappo per staccarli, ma non serve … tornano con accelerazioni improvvise … questo fino alla mezza, sul lungomare finalmente perdiamo il contatto …

Ero molto infastidito dal “brusio” e anche da un risentimento al “soleo” che emerge e che so perfettamente potrebbe essere drammatico per la mia gara. Mi rincuora che questo ritmo per me non è forzato e posso arginare il pericolo …

 

Lungomare

Un bellissimo colpo d’occhio il mare d’inverno, con lo scroscio impetuoso delle onde sulla battigia, più avanti anche le dune, paesaggi apparentemente incontaminati. Peccato il vento contro che disturba e un pò annienta l’azione di spinta nella corsa. Propongo a Francesca di ripararsi dietro di me e il generosissimo Domenico partecipa alla costruzione di un muro umano per proteggerla.Procediamo verso il giro di boa, la mezza è la’ che ci aspetta, ma poco prima il gruppo si dimezza, restiamo solo io e Francesca, Max perde un po’ di terreno, soffrendo il vento e con lui Domenico . Un brutto colpo, ma in questa gara devi metterlo in preventivo, difficile arrivare tutti insieme, neanche i “festosi” palloncini arrivano tutti insieme … molti si sono bucati strada facendo …  Ci siamo, la mezza annuncia un tempo ancora sotto il previsto , ricordo sempre a me stesso che questa previsione è davvero qualcosa di impossibile da conseguire, ma per ora ci siamo! 1h44’07” al passaggio del chip sul tappeto …

Guardo le mie scarpe , qualcosa di strano … una scarpa slacciata??? Ma dai, io che sono qua con la veste di super esperto accompagnatore sono caduto nella più neofita delle sciagure? Anche una scarpa slacciata puo’ essere fatale in queste distanze … guardo meglio ed e’ solo un rametto che calcio  via con un … moto a luogo!

Controvento passa Claudio (… ci stiamo giocando il Top Orange, e da qua inizia la sua gara … pensavo potesse essere già avanti, il fatto che sia ancora qui potrebbe essere un incentivo ulteriore a questa impresa!

 

Fango

Inaspettato, almeno per me, arriva un tratto di sterrato, fango, melma … orrido terriccio … dopo più di 20 km di passo costante si pattina sui sassolini, si annaspa sul terreno che non favorisce per nulla la spinta. Provo a reagire, ma sono in difficoltà mentale più che fisica,  la mia atleta non sta meglio, sento che è preoccupata, mi arriva chiaramente il messaggio dal suo sguardo! Il mio essere sempre ottimista e positivo mi fa pensare due cose, la prima … beh ci e’ andata bene per tutta la mezza, era prevedibile un momento difficile prima o poi, la seconda … finirà presto e ci riprenderemo!!!Al ristoro dei 25 km chiamo la sosta, per la prima volta dico di fermarsi, prendere quello che c’è, bere finendo tutto il bicchiere , senza sprechi, dobbiamo recuperare, Saranno pochi secondi ma fondamentali!Finisce lo sterrato, ma inizia un tratto sconnesso, radici di alberi, strada dissestata … ma anche questo passa ! Non mi volto mai per vedere cosa e chi c’e’ dietro, guardo solo avanti, sono il passo del “best”, non posso avere distrazioni, ognuno deve pensare a sè stesso avere in me la guida, ma di più non posso fare!Siamo di nuovo sulla strada, finalmente l’appoggio è naturale, si puo’ tornare a correre come sappiamo, come Runner !!!

Un momento “brutto” per me è quando mi passa “Iozzo“, un grande amico della Podistica Solidarietà specialista di ultra, mi aveva sorpreso che fosse dietro, mi dispiace che passi avanti, ma questo non deve condizionare il mio compito di oggi !!!

 

Ripresa

La strada asfaltata è foriera di recupero, ma noto uno strano modo di respirare di Francesca, un affanno insolito per un diesel come il suo apparato respiratorio. Non trascuro questo campanello e cambio passo, la media che era fino ad allora sotto i 5’/km la sposto a 5’07”-5’08” /Km , sono secondi importanti che le permettono di reagire e contrastare la crisi. Prevenire è fondamentale, anticipare una crisi, significa sopratutto abbattere il leggendario muro che e’ solo una giustificazione, un alibi ad una condotta di gara errata! In questi momenti devi fare una scelta, rischiare e sperare che passi … per tenere il ritmo/record, oppure avanzare con cautela, compromettendo il “sogno” ma non la gara! Tra il “sogno” e il Personal Best ci sono 10 minuti, uno ce l’abbiamo di vantaggio, opto per un Personal Best autorevole ma “sicuro”!

Francesca lo saprà  solo leggendo questo articolo, ma forse l’ha capito correndo … rallentare ulteriormente mi causa un po’ di dolori muscolari, andare ad un ritmo innaturale può fare di questi scherzi,  e la mia mancanza di chilometri mi preoccupa ulteriormente, accendo tutti i sensori del mio corpo e resto in ascolto …

Siamo in difficoltà, ma non lo ammetteremo mai, soprattutto a noi stessi. Unico obiettivo per ora è arrivare al ristoro del 30° km, fare il pieno e poi giungere al 32°, qua io ho il mio mantra personale :”ci siamo!! Manca solo una 10 km lenta e … sarà un trionfo”!!

Riconosco Fabrizio, sta camminando, questo mi addolora! Si era preparato cosi bene, ero certo potesse fare una grande gara, se non sotto le 3h pochissimo oltre … ma il ginocchio l’ha tradito.Può succedere, il risultato non è mai scontato!

Una parola di conforto e si continua, cinicamente, verso il nostro obiettivo!

Al 30° chiamo un altro stop! Questa respirazione affannata non mi piace affatto! Faccio il pieno e si riparte in progressione. Perdiamo 35″ più che accettabile a questo punto.

Il tempo è perfettamente allineato : 30 km 2h30′ siamo dentro al sogno!

 

Ultimi 10!

Eccolo il cartello 32 , fino a questo punto mi sono limitato a impostare il passo, a “sentire” il respiro, a leggere gli sguardi, nessuna parola, nessun incitamento, solo corsa! Ma ora che siamo alla “prima tappa” del percorso posso dirlo, ci siamo! Nessuna distrazione, ma la prima consapevolezza, siamo nel tratto finale dell’impresa! Una piccola carica, ma velata, le emozioni forti ora non servono, sarebbero come glucosio, una impennata di energia istantanea e poi l’oblio, il buio.

Siamo diretti al prossimo ristoro, poco dopo il 35° km, si procede per segmenti, non si puo’ misurare fino alla fine, ora stancherebbe la mente, andiamo frammento per frammento. Eccolo il cartello, ora lo vedo nella giusta direzione, siamo qui, leggermente svegliati dal sogno ma ancora dentro, abbondantemente dentro l’impresa! 2h56′, abbiamo perso il minuto di guadagno e un altro minuto lo abbiamo ceduto per aver rallentato il ritmo … raggiungo la consapevolezza di non poter piu’ osare le 3h30′, e allora si cambia strategia.

Francesca conta i passi, una ulteriore prova che ho fatto la scelta giusta, non me ne pentirò .. non avro’ rimorsi alla fine, sta in sofferenza, e cerca collaborazione, a modo suo la chiede. Messaggio ricevuto! Prendo io il conteggio e rallento ancora, opto per il Personal Best fantastico, e a questo punto ancora migliorabile … punto tutto su un 3h35′ finali, anche “basso”, un tempo cosi non significa “accontentarsi” ma ragionare consapevolmente comunque osando …

Ovvio che rallentare fa bruciare ancor più i muscoli ma regolamenta la respirazione, ristabilisce un equilibrio  psicofisico, aumenta l’autostima. Si alza di molto il tempo, almeno 20″-25″/Km, ma è un prezzo calcolato.

 

36° KM

Ci avviciniamo all’obiettivo, più lentamente ma .. inesorabilmente!! C’è bisogno di un  riferimento, so che non si dovrebbe fare, ma ora i benefici sono superiori e allora gioco il jolly, rischio ma in modo calcolato. Cosa dico? Venerdi abbiamo corso un 3×2000 con recupero attivo,  tanto per memorizzare il passo, faccio riferimento a quell’allenamento e dico a Francesca, ecco, manca l’allenamento di Venerdi e ci siamo!!!So che proporre un riferimento di distanza “mancante” è una informazione negativa, ma devo dare una scossa, svegliare il torpore di 36 km … e generare un’altra interpretazione. In fondo l’allenamento e’ stato “facilissimo” è questo il messaggio che voglio inviare …

Cosi concesulla pontinantrati e determinati contiamo i passi e andiamo …i rettilinei infiniti di questa gara un po’ alienano la mente, ma ormai nulla puo’ scalfire il momento, puntiamo diretti il traguardo .

Siamo sulla pontina, non c’e’ protezione cosi mi metto io tra Francesca e … le macchine! Qua vediamo un volto Amico, il sorriso di Enrico che immortala il momento, è un grandissimo momento …

Ci fermiamo un attimo anche l’ultimo ristoro, quello che serve per … domani e il prossimo allenamento. Bere al 40° km significa preservare i muscoli da crampi post gara.

Ora e’ davvero fatta! Nulla osta a terminare con successo questa impresa. Ancora qualche conteggio dei passi, ma ora posso lasciarmi andare e suggerire alla mia atleta di poter esultare!!! Stiamo completando un capolavoro di intenti, di volontà , di rispetto per questa meravigliosa / maledetta distanza che uccise Filippide !

 

Arrivo
 Qualche “inaspettata” curva e poi un rettilineo conosciuto, in fondo, ma molto in fondo il gonfiabile del’Arrivo! Non so quanto dista, ma sono certo che ci sta aspettando a braccia aperte!!!Sul lato destro urlante di gioia Cristina che immortala l’evento! E’ festa … a cinquanta metri dall’arrivo mi faccio da parte, e mando avanti la protagonista di questa gara, che chiude in 3h35’19”  al realtime, un 35′ basso come avevo previsto! Personal Best frantumato di quasi 4 minuti!!!

Ma la gioia non finisce qui !! Max che dalla mezza ha continuato da solo arriva da lì a poco, completando una grande impresa, una rivincita personale, una grandissima prova di forza che sarà lo slancio per prossimo sfidanti imprese!!!

 

Conclusioni
Mi sono tolto tante soddisfazioni da atleta, gareggiando in un tempo di valori assoluti e acquisendo una mentalità competitiva ma sempre rispettosa per l’avversario. Ma vivere questa dimensione diversa della gioia è un completamento!
Il viaggio di ritorno ha quell’atmosfera trionfante che ti mette in uno stato di euforia silente, ti senti soddisfatto e vivi sensazioni indescrivibili !
Ringrazio tutti voi che credete in me, e spero di poter aiutare ognuno a perseguire il proprio obiettivo, prima o poi …
Ora sono coach, preparo atleti che non solo allenando il corpo ma anche la mente, trasferendo esperienza e conoscenze acquisite correndo !!! Succederà ancora di offrire il mio contributo per raggiungere un grande obiettivo, ma il mio contributo è solo marginale, la grande impresa è sempre personale … Personal Best!!!

La Maratona di Max

.. È arrivato il giorno tanto atteso; ho riposto in questa gara molte aspettative, speranze e una gran voglia di ricominciare.
Molti ti dicono che non sei più un bambino che dopo i 50 non si è più come prima… Io non credo a una parola di quello che dicono e studio le tabelle del Coach come non ho mai fatto neanche ai tempi della scuola.
Il lavoro svolto, cominciato 4 settimane prima, mi ha dato tanta convinzione dei miei mezzi e tanta concentrazione.
Questo sport ti insegna molto, ti fa guardare la vita a 360 gradi, ti fa conoscere ed apprezzare le piccole cose, ti fa riflettere, sensazioni irripetibili, è una dolce pratica introspettiva.
La domenica mattina sono pronto per l’appuntamento con i Top Paolo e Stefano; un invito a colazione come non succedeva da un po’ di tempo.
Ultimi scambi di auguri e poi via a prendere i compagni di avventura.
Partiamo alla volta di Latina… Il Coach è carico, Francesca è emozionata e si vede, io cerco di non pensarci ma nella mia testa cerco di immaginare come sarà la gara.
Il ricordo dello scorso anno non è il migliore , anche se conservo nella mia testa buone sensazioni.
Arrivati a Latina abbiamo il tempo di salutare gli amici, ci cambiamo ed è già ora di portarsi al gonfiabile.
3…2…1 si parte, subito ci attestiamo intorno ai 5′ a km, il coach guida il quartetto, completato dallo splendido Domenico ( Batman).
Fino alla mezza è un vero spasso, correre con il Coach che detta il ritmo è una sensazione piacevolissima, appena passata la 1/2 maratona comincia il difficile per me, siamo sul lungomare di Latina, ci raggiunge Claudio F. e se ne va.
Il Coach tiene l’andatura e io resto indietro, la salita si fa sentire; da li in poi non riuscirò più ad avvicinarmi al Coach e a Francesca che viaggiano ad un’andatura costante.
Io e Domenico, senza parlare, ci capiamo subito: è arrivato il momento di stringere i denti e tenere il più possibile.
Finisce il lungomare e la salita, svoltiamo a Sx, siamo al giro di boa.
Dopo un breve tratto,appena riasfaltato, giriamo di nuovo a sinistra, qui comincia il tratto di 2 km sterrato.
La pioggia del giorno prima a reso il fondo fangoso e pieno di pozze d’acqua.
Stranamente in questo tratto aumento l’andatura, all’orizzonte riesco ancora ad intravedere le maglie Orange del Coach e di Francesca, impossibile pensare di recuperare il terreno perso.
Mi affianca e mi supera anche Domenico e io mi attacco dietro di lui.
Usciamo dal tratto sterrato e lui si blocca di colpo a bordo strada, a questo punto continuo solo; il 30° è già passato allora mi proietto verso il km 35 e forse l’ultimo ristoro.
Arrivato al rifornimento prendo di tutto 2 bicchieri di acqua e sali, un mandarino e un biscottino, sono costretto a rallentare per fare la pausa e ingerire nuove energie.Max arriva!

Riparto in una costante progressione per ritrovare il ritmo, manca veramente poco all’arrivo, i dolori cominciano a farsi sentire sulle gambe e allora ripenso alle parole del Coach…” Mai rallentare, in questo modo i dolori prendono il sopravvento e ti bloccano”, allora stringo i denti e provo ad aumentare l’andatura.
È dura continuare, ma non ho mai pensato di mollare; piano piano il ritmo sale e ritrovo una buona condizione.
Mi perdo nelle strade di Latina tanto da dover chiedere indicazioni ai volontari sulla strada da seguire, ad un certo punto riconosco il tratto di strada principale da dove siamo partiti… In fondo c’è il gonfiabile e la voce dello speaker annuncia gli arrivi, aumento ancora è ripeto nella mia testa è finita è finita, adesso le gambe non sentono più dolori e provo ad allungare ” arrivo e tanti applausi dei pochi presenti” che emozione.
Mi prendo la mia meritata medaglia, sono soddisfatto.
Forse non ho osato ma non ho mai pensato di mollare e questo mi rende felice di correre!


La Maratona di Francesca

Oggi per molti di noi è il giorno del bilancio, abbiamo fatto una preparazione mirata per l’obiettivo di questa domenica. Ansie, tensioni casalinghe, acciacchi, sono tutti lì, il sabato si affacciano uno per volta e cerco di rimandarli indietro come in un videogioco.
Vedo messaggi su Facebook, anche il Coach invita a fare pronostici, ma io ho scelto i giocatori, non posso giocare.
Salto un invito a cena da amici, ci va tutta la famiglia un po’ rassegnata a questa mia clausura che ormai dura da tempo, forse sono scaramanzie, ma non voglio avere scuse ed arrivare “in regola” a questo appuntamento così importante.
Ci vediamo alle 7:15 sotto casa mia con Max e il Coach e partiamo per Latina. Non si parla ancora di Maratona, ci siamo quasi ma manteniamo un rispettoso silenzio. Si parla dei tanti che sono a Fiumicino, dell’appoggio ricevuto con tanti messaggini e ora tocca a noi.
Arrivati a Latina prendiamo il pettorale e, dopo qualche saluto, iniziamo le pratiche pre-gara, ci cambiamo, file per il bagno e un po’ di riscaldamento e ci avviamo alla partenza.
La partenza è comune alla 10 km perdendo e ritrovando subito Max e cerchiamo di posizionarci avanti, per quanto possibile; ho capito il valore di questi dettagli, o meglio oggi sono l’ombra del Coach.
Ci siamo, si parte senza troppi preamboli, la furia dei decachilometr-eti ci avvolge e ci ritroviamo a tenere un passo troppo elevato rispetto a quello stabilito. Il Coach cerca di richiamarci all’ordine, ma credo che faccia fatica anche lui a cambiare marcia e così procediamo con leggerezza e tanta gioia, Coach in testa poi il grande Mimmi e a seguire Max ed io. Ci assestiamo ad un ritmo più consono e, superato un biscotto, iniziamo ad uscire dalla città e ci dirigiamo verso il mare.
Mi vengono in mente le sensazioni dello scorso anno, ripenso così ai punti “cruciali”, ma quest’anno è tutto diverso: sul lungomare contro il vento c’è persino una formazione a testuggine (anche se fatico un po’ a rimanere dietro ). Siamo alla mezza e ci lasciamo il mare sulla destra e la laguna sulla sinistra ed poi entriamo nello sterrato del parco. I pacer delle 3 h 30’ sono sempre a vista, ma ora guadagnano terreno, tutto sommato è un sollievo non sentire più quelle chiacchiere sterili su gare passate, future, okay siete forti, ma io mi sto concentrando, sto godendo di ogni piccolo passo e mi sento infastidita e forse anche un po’ presa in giro da tanta leggerezza.
Ad ogni ristoro mi trattengo a bere un bicchiere d’acqua o sali e poi riparto con un altro bicchiere in mano. Mi raggiunge il Coach con pezzi di frutta varia che però non riesco a mandare giù e, con permesso, rifiniscono sulla strada.
Lo sterrato non finisce più, lo scenario è però bello e un po’ allevia la stanchezza che sento affiorare, abbiamo rallentato e mi riprendo anche se rientriamo su un asfalto molto dissestato che richiede molta prudenza. Inizia poi un altro lunghissimo rettilineo, si scende e si risale, e finalmente ecco la zona del tagliando: il 32° km. “Come va’?” ”Bene!” ma sono stata poco convincente e inizio a contare i passi e richiamare i miei mantra.Ora ci facciamo una 10km molto lenta, ed il pensiero va a tutti gli amici che stamattina sono sfrecciati sulle strade di Fiumicino.
Dopo qualche chilometro ecco che abbiamo davanti a noi le ripetute di giovedì 3×2000, recupero nullo, e il Coach inizia a segnare il passo “Uno”…”Uno” ..ora seguo, mi faccio portare, mi impegno per i saluti ai fotografi, e cresce uno stato di incredulità nell’essere “già” là…anche ora che scrivo mi sembra di raccontare l’avventura di qualcun altro.
Un zig-zag tra grigi palazzi e ogni tanto vediamo “quelli forti” che tornano indietro e ci incitano, ed ecco un rettilineo infinito e in fondo “Lo vedi?” dice il Coach, “sì” è lì, è il gonfiabile, l’arrivo, ma è ancora lontano, mi sta attraendo con una forza quasi magnetica. Il Coach mi riprende, è presto, ma poi mi fa andare, sola, vediamo Cristina che urla a squarciagola e poi allunga e mi dà una pacca che nello stordimento mi spinge ancora avanti e… arrivo.arrivoArriva il Coach e mi chiede se sono soddisfatta, dopotutto non abbiamo centrato un sogno, ma l’obiettivo è raggiunto: per me arrivare con il sorriso, in forze, e con una gran voglia di ricominciare è un traguardo incredibile.
Andiamo a riprendere gli zaini e ci cambiamo ed ecco che appare il grande Max.

Gli corro incontro, ora ce l’abbiamo veramente fatta!
Le emozioni stanno riemergendo piano piano scaldandomi il cuore. Ho ricevuto tanti messaggi di affetto prima e dopo questa avventura e durante ho ricevuto il mio regalo più grande, una lezione di stile, di forza e di vita, una manifestazione di generosità che solo un grande uomo può offrire, grazie Coach!

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