3 (mila) il numero perfetto!

Un 3 mila in Atletica Leggera, non è una distanza Olimpica, o meglio lo è stata solo in campo femminile fino al 1992.

Sono disciplina Olimpica i tremila siepi , ma seppur di uguale distanza, non sono per nulla paragonabili ai piani come gara. Altre predisposizioni atletiche, altra preparazione, tutt’altra conduzione di gara.

E’ una gara di mezzofondo, ma che pone questo termine al limite.

Facendo qualche cenno storico sul mezzofondo : Nel 1864 ebbe luogo la prima competizione ufficiale fra studenti d’Oxford e di Cambridge, le gare disputate furono corse su media e lunga distanza.
La vera rinascita dell’Atletica Leggera si ebbe alla fine del XIX secolo, con la nascita dei Giochi Olimpici moderni che si tennero ad Atene nel 1896.
In questa prima edizione le gare di mezzofondo previste erano:
gli 800 metri e i 1500, vinti entrambi dall’australiano Edwin Teddy Flack con i tempi di 2:11,0 min (800 m.) e 4:33,2 min (1500m.). 

Le gare di mezzofondo richiedono una notevole fatica fisica sia  per la distanza, che per i
processi energetici coinvolti.
Durante la contrazione muscolare, l’organismo consuma energia attraverso la scissione della molecola d’ATP (Adenosintrifosfato).

Nel muscolo a riposo le quantità d’ATP prontamente disponibili sono sufficienti per pochi secondi, perciò è necessaria la sua continua resintesi. Per resintetizzare ATP i muscoli possono utilizzare, a seconda delle necessità, tre vie metaboliche diverse:

  • Sistema anaerobico alattacido :  velocità
  • Sistema anaerobico lattacido :  per lavori muscolari ad elevata
    intensità le riserve d’ATP e di PC del muscolo vengono consumate, per cui è necessario utilizzare altre fonti energetiche. Questo processo metabolico utilizza la scissione del glicogeno muscolare ed epatico e il glucosio ematico. Il sistema anaerobico lattacido non necessita della presenza d’ossigeno per produrre energia, perciò il glicogeno viene progressivamente trasformato in acido lattico. La glicolisi anaerobica permette di lavorare ad elevata intensità, ma per un intervallo di tempo limitato (fino a 2 min. circa), poiché un accumulo eccessivo di
    lattato porta ad un’acidosi del muscolo, che inibisce i meccanismi della contrazione muscolare.
  • Sistema aerobico :   resistenza, costituisce il meccanismo energetico di base per ogni attività in cui è richiesta energia; l’organismo infatti ricava l’energia necessaria per il proprio fabbisogno principalmente dai processi ossidativi, cioè in presenza d’ossigeno, dei substrati energetici (lipidi e glucidi). A differenza dei precedenti meccanismi ha una durata o capacità illimitata. Raggiunge la sua massima efficienza solo in esercizi a bassa intensità.

E’ chiaro che nel mezzofondo , ovvero in gare di durata superiore ai 2 minuti è richiesta una combinazione energetica mista tra l’anaerobico lattacido e l’aerobico.

Sono gare ad altissima intensità in quanto bisogna controllare le energie profuse, ma soprattutto distribuirle in modo equo nella distanza per ottenere la prestazione desiderata.

Una partenza avventata rischia di portare subito il sistema in “anaerobico lattacido” e quindi condurre tutta la gara in sofferenza.

Ma al contempo una partenza troppo lenta rischia di non attivare per nulla il valore aggiunto del sistema anaerobico e si riduce una gara di mezzofondo ad una gara di resistenza, ovvero di fondo.

Difficile trovare la giusta compensazione, che per altro è totalmente soggettiva. Ognuno ha la sua soglia anaerobica (SAN),  valore in cui si raggiunge l’apice della velocità riproponibile nella distanza.

Per avere una regolare conduzione di gara, in funzione della propria SAN , si stabiliscono i passaggi intermedi , ovvero il tempo in cui ricoprire frammenti di gara, in modo da essere sempre al limite, ma mai oltre , le proprie possibilità massimali.

E’ importante quindi scomporre il 3000 in passaggi fondamentali, nei quali controllare l’andatura e apportare i relativi aggiustamenti qualora discostasse dalle aspettative. Una gara in pista non si “improvvisa” mai. Si tiene conto della condizione, non si corre sono quando siamo al TOP, ma si corre sempre al TOP delle attuali possibilità! Si ipotizza un tempo finale “ideale” e si determinano i passaggi.

In una distanza di 3000 metri si può applicare la seguente scomposizione :

  • Si “scartano” i primo 200 metri che sono frutto di bagarre, guadagno della corda, scarico di  picchi adrenalina causati dallo start
  • Primo “importante” passaggio i 400 mt (sicuramente sotto la media/giro)
  • Secondo “fondamentale” passaggio i secondi 400 mt , presi assoluti, non in media 800 mt, questi sono la perfetta andatura da tenere, ovvero il “mille_ideale”/2.5 (se abbiamo un tempo ideale da conseguire ad es. 12 minuti, il nostro mille ideale sarà 4′ e il passaggio ad ogni 400 dovrà essere 1’36” )
  • Il passaggio al primo Mille, che sarà sotto la media ideale, ma ci serve comunque come riferimento.
  • Ora inizia una fase di concentrazione massimale, se ci distraiamo perdiamo il contatto con la gara e con gli avversari, questo è il momento “difficile” dove salgono alla mente pensieri disfattisti, eliminiamoli subito! Siamo a regime, teniamo il passo, non perdiamo neanche un secondo a giro! Quindi valutiamo se al 2000 stiamo tenendo l’andatura “ideale” controllando tutti i passaggi

Ci siamo! fino ad ora è stata una “partenza” la gara inizia adesso , ultimo mille! Qua non si guarda più nulla, non esistono passaggi, non esiste stanchezza o difficoltà, ora si corre. Si deve “cambiare” passo, la gara entra nel vivo!!! Se abbiamo condotto al meglio abbiamo la forza di agire o reagire se subiamo attacchi, altrimenti siamo remissivi e perdiamo passo e velocità !!

Un controllo totale a 600 mt dall’arrivo. Come stiamo? I dolori ai muscoli ce l’abbiamo solo se abbiamo tenuto una condotta sregolata, ovvero partenza avventata e poi momenti di crisi o di distrazione dove abbiamo rallentato.  Un 3000, più delle altre gare si decide alla fine, se qualcuno che sappiamo essere più lento ci passa durante la gara, e se il suo passo è troppo veloce, più della nostra media ideale, lasciamo andare, sarà un “pasto energetico” più avanti, quando si determineranno le posizioni finali!!!

Ogni sorpasso che facciamo fornisce energia, quello che subiamo la toglie. Quindi gestiamo al meglio le forze.

Passiamo al traguardo che manca un solo giro!

Non è il momento, non si “scatta” la progressione è partita ai 600 mt , un’accelerazione moderata, graduale ma continua. Puntiamo qualche avversario (se non siamo primi ) iniziamo a fare strategie, se conosciamo chi abbiamo davanti  o immediatamente alle spalle, valutiamo se sono da rush finale o da lunga progressione e impostiamo un ultimo giro in funzione delle nostre peculiarità.

Progressione fino ai 150 metri finali, ed ecco il traguardo, ora si vola!!!

Ogni arrivo è una vittoria, e se abbiamo eseguito la gara secondo le previsioni arriva inevitabile anche il risultato !!!

Emozioni forti, indescrivibili, che solo le gare in pista possono regalare. Ogni gara una storia, una battaglia, vinta per accrescere autostima o persa per portare esperienza. Mettersi in gioco, scommettere sulle proprie capacità e ottenere il massimo (possibile) dalla propria prestazione.

Prestazione che è sempre determinata da un buon riscaldamento, preliminare fondamentale per una gara. Per un tremila possono essere sufficienti 30 minuti composti da una corsa leggera di 15/20 minuti, qualche andatura, qualche allungo e tratti a ritmo  gara , per far salire i battiti, di 300 ma anche 400 metri. Valutiamo bene , se possibile , l’orario di partenza della serie e ricaviamo il tempo necessario per un riscaldamento adeguato. Non partiamo freddi altrimenti si rischia di bruciare tutto già ai primi 200 mt.

Questo significa indossare un pettorale e competere!!!

Questo sarà oggi il Tremila di Emilio, un grande atleta che porta il nome di questa gara.

Divertiamoci!!!

Dajeeeeeeeeeeeeeeeeee

/ 5
Grazie per aver votato!

One thought on “3 (mila) il numero perfetto!

Comments are closed.