Talenti che corrono…

I talenti sono, per definizione: complesso di doti intellettuali; capacità, bravura, ingegno… nella corsa il talendo prevede doti naturali che permetto di svolgere il gesto atletico perfettamente e trarre dallo stesso speciali vantaggi.

Ora il talento viene “sdoganato” da strumenti tecnici-chimici che tentano di sopperire a lacune naturali.

Ma questa domenica, Talenti ha un significato topografico, ovvero è dove si svolge un bellissima 10km omologata FIDAL dove misurare la propria condizione con un percorso impegnativo ma piacevole.

Ma davvero è così piacevole questo percorso?

L’intepretazione non solo è soggettiva, ma dipende soprattutto dall’approccio con il quale si affronta questa gara!

La stessa gara, il medesimo percorso, può essere un valido riscontro o un pessimo ricordo…

Questa affermazione, ovviamente è una tautologia, valida per ogni gara, certo che è molto diverso se parliamo di una gara veloce in pista, una 10km, una mezza… o una Maratona!

Una 10km è il test che da sempre invito a fare per misurare la reale condizione.

A che punto siamo con la preparazione? Siamo in grado di aggredire? Siamo ancora in fase di controllo? Siamo in comfort zone?

Ci sono atleti che, per assurdo, vanno meglio il allenamento che in gara. In questi casi c’è qualcosa che non va! La gara non va vista come un’ossessione, come un esame, come un patibolo, la gara è un momento di verifica, si ha la possiblità di correre liberamente in strada, di confrontarsi con la misura e la propria capacità di gestire un Ritmo.

Vincere una gara non significa arrivare primi, quello succede solo ad uno, allora tutti gli altri hanno perso??

Vincere una gara significa portare il proprio corpo al limite e tenere fino alla fine!

La domanda che nasce spontanea è qual è il proprio limite?

La risposta potrebbe destabilizzare ma è la seguente: non esiste!

Questo non significa che siamo esseri illimitati, significa che può accadere di osare e tenere fino alla fine! Oppure di osare e poi non tenere! In questi casi non è un fallimento, non è una disfatta, è qua che si verificano davvero i propri limiti! Quanto siamo bravi a reagire alle “tentazioni” interne che ci propongono giustificazioni per non sentirci sconfitti.

Mollare non è essere sconfitti è solamente confrontarci con un diasagio che è emerso e che, insieme al coach dobbiamo capire, isolare e risolvere!

Quando tutto va bene, per paradosso, non si impara niente, abbiamo solo portato a casa la normale e logica conseguenza ad un buon momento, che non dura per sempre e quindi va gestito al meglio!

Quando tutto va male, o anche solo qualcosa va male, è il momento di crescita, è un viaggio introspettivo, è capire dove e come migliorare, perchè là dove il talento non è “naturale” può essere sostituito con la tecnica, con la mentalità, con il metodo.

Siamo una società neonata, che si affaccia per il primo anno nel panorama podistico.

Abbiamo sicuramente l’inesperienza dei neofiti, ma siamo carichi di entusiasmo e passione, ed in questo non siamo secondi a nessuno!

Per noi ogni gara è una inaugurazione, abbiamo quindi già inaugurato l’ASD, il furgone, il gazebo… e questa volta, inauguriamo la sede!!

Siamo a Roma, in Via Val Grana 14 e ci vantiamo del nostro spazio nel quale siamo certo si getteranno le basi per qualcosa di importante perchè i presupposti ci sono tutti per fare bene!

E cosa vuoi di più che stappare una bottiglia di champagne per l’occasione??

inaugurazione

Come ogni società che si rispetti, io e Antonello arriviamo al ritrovo in orario, intorno alle 07:00 per scaricare e montare il gazebo. Il nostro non è ancora all’altezza, non presenta customizzazioni ed è leggerino, ma è comunque il nostro riferimento per le gare e per noi è un salto punto di incontro.

Il montaggio non è immediato, ma per fortuna non siamo soli, Bruno ci da una mano esperta e qualche alteta che arriva molto presto è un valido e prezioso aiuto.

gezebo1
gazebo2

E dopo aver costruito la nostra casa per la gara iniziano a scattare le foto dei professionisti che immortalano la manifestazione e i suoi protagonisti…

abbraccio

E il mio amico Luca Bonanni mi mette in posa come il nostro logo, che ci rappresenta perfettamente, correre in un grande abbraccio!

Un abbraccio che estendiamo alla Onlus con la quale siamo gemellati, AnzianaMente, che ci ricorda che la mente è la guida fondamentale nella corsa e nella Vita, nella prima, nella seconda e soprattutto nella terza età!

Dopo i saluti, le informazioni sul percorso, sulle giuste strategie (puntualmente disattese…) e le foto di rito, ci si prepara alla partenza.

Un riscaldamento sul rettilineo della partenza è indispensabile per preparare muscoli, battiti e respirazione alla competizione. Guai a trascurare questo momento, fondamentale per avere il giusto approccio alla partenza, che in questa gara, in special modo, deve essere veloce.

Veloce ma non troppo, la giusta misura per distribuire al meglio le risorse e non arrivare scarichi al momento topico della gara.

pronti

Siamo 14 partecipanti, sembra un numero esiguo se confrontato con le società che vantano migliaia di iscritti, ma in questa gara, che presenta 1500 partecipanti, tutte le major del panorama laziale, siamo ventesimi a parimerito con X-SOLID, LAZIO OLIMPIA, su 120 società presenti, e davanti a noi ci sono anche le “RUN CARD”, che non sono una società!

E quindi, terminato il riscaldamento, abbiamo preso parte del fiume umano che ha inondato la via di Casal Boccone durante la partenza.

La Talenti Run è una 10km omologata FIDAL ma non è certo una gara da Personal Best!!!

E a proposito di Personal Best c’è da aprire un’ampia parentesi e approfitto di questo spazio per un accennno, ne parlerò semmai più ampiamente in un articolo dedicato.

Sento a più riprese parlare di P.B. e non sono per niente d’accordo al significato che si da a questo termine, ma soprattutto all’ossessione che l’accompagna!

Secondo me non si possono mai paragonare due gare su strada, anche se hanno la stessa (supposta) distanza, anche se parliamo della stessa gara.

Certo in pista le cose cambiano. Un mille è sempre un mille, non ci sono altimetrie differenti, ma anche in pista ci possono essere diverse condizioni di gara, un fattore clima (vento/pioggia), un fattore tattico (se sei front runner o stai nel gruppo…).

Il Pesonal Best non deve essere un paragone che porta l’autostima in mansarda o nello scantinato… ma unicamente la migliore prestazione che si può fare dalla partenza all’arrivo.

Non ci devono essere condizionamenti prima o dopo della gara. Quindi si consigliano notti tranquille, preparazioni adeguate, e soprattutto giusta consapevolezza dei propri limiti.

Il Personal Best non è solo una mera sequenza di numeri che indica un tempo “inferiore” alle aspettative. Una prestazione non dipende solo dallo stato fisico, entrano in gioco molte componenti, alcune deteministiche altre indeterminabili!

La capacità di un atleta sta nell’affrontare cio’ che non era prevedibile, superare le difficoltà, applicare teniche risolutive. Ecco perchè quando una gara non porta i risultati aspettati io la definisco esperienza. Si sbaglia e si impara per essere, la prossima volta più preparati!

In una gara sono diverse le componenti che devono funzionare:

  • Preparazione atletica
  • Condizione mentale
  • Variabili favorevoli (clima, altimetria,…)
  • Capacità reattive alle difficoltà
  • Tecnica

Quante volte in un anno tutte queste componenti sono favorevoli???

Coloro che pensando di poter ma soprattutto dover correre sempre al Top sono dei visionari, gli appuntamenti importanti/obiettivo possono essere 2 massimo 3 l’anno e meglio se in qualche modo correlati tra loro, tutto il resto è una “preparazione”.

Ma quando esploderò meglio questi argomenti, aggiungerò anche grafici esplicativi per rendere meglio l’idea di come deve essere l’andamento annuale di un atleta. E quando dico atleta mi riferisco ad un tesserato che acquista un pettorale per svolgere una gara.

Ogni gara ha una sua strategia che ovviamente va commisurata con le caratteristiche personali. Nella Talenti Run, da quando è cambiato il percorso il mio consiglio è una partenza relativamente veloce (che implica un adeguato riscaldamento). 

Perchè partire a buon ritmo? Perchè questa gara dopo il terzo chilometro presenta solo insidie, quindi inutile risparmiare energie, ci persera’ il tracciato a mandarci piu’ lenti, non è una gara da formichine, ma da cicale! Si parte bene e poi.. si tiene!

Il biscotto iniziale fa capire bene dove siamo collocati nelle graduatorie FIDAL. Prima dell’inversione a U, chi sta a sinistra è molto piu’ forte di te, oppure lo troverai stramazzato a meta’ salita… dopo l’inversione, chi sta a sinistra, è meno veloce di te, oppure ti troverà stramazzato sulla salita.

Eh si, la salita, è là che inizia la competizione personale.

Siamo in una competizione FIDAL, abbiamo un pettorale, ci sono gli assoluti, le categorie, le società, ma dalla partenza all’arrivo l’avversario sono i nostri limiti, le nostre incertezze, le nostre difficoltà.

Sbagliato sentirci forti se siamo davanti a Tizio/a, o sentirci derelitti se siamo dietro a Caio, per prima cosa non portiamo rispetto verso Caio/a e verso noi stessi, ma soprattutto i conti si fanno alla fine, non si molla a metà perchè siamo in difficoltà, non si fanno proiezioni, si affronta quello che succede e si supera!!!

Tizio/a e Caio/a possono essere una motivazione, un incitamento, non un paragone!!!

Tornando alla salita, sicuramente è una bello strappo che movimenta la gara fino ad allora “semplice”, perchè nel biscotto della partenza c’è un leggero saliscendi che esalta il ritmo… ma poi, dopo la curva, eccola, la salita che fa selezione.

Il primo a farne le spese è il pettorale numero 2, che torna mestamente a piedi.

Ci sono pensieri “sempliciotti” che si basano sul :

  • se ce la fa lui/lei ce la fanno tutti
  • se non ce la fa lui/lei non ce la puo’ fare nessuno

Ma lui o lei non saranno mai te! Già è difficile gestire i propri limiti, arrivarci a superarli, come si possono valutare quelli degli altri?

Dentro questo pensiero sempliciotto ci sta il motivo per il quale me tocca sempre fare una “prestazione degna”, non posso deludere le aspettative, sono il coach, sono Forrest!!!

Ma per fortuna non mi faccio condizionare, e seppure non sono mai contento delle mie prestazioni, mi basta “osservare” le tecniche che millemila volte ripeto per correre “osando e tenendo“!

Anche io alla salita ho un po’ vacillato e avrei potuto avere pensieri nefasti che avrebbero sicuramente invalidato la mia gara, e allora perchè cedere alla tentazione?

Quante volte bisogna resistere ad un pensiero negativo per fare in modo che non sia un blocco totale che porta a rallentare notevolmente?

Bastano 7 volte?

Un brano del Vangelo narra che venne chiesto a Gesù:”Maestro quante volte si puo’ perdonare, bastano 7 volte???

E Gesù rispose, possono non bastare 70 volte 7!!! 

Non voglio fare catechesi ma parafraso questo passo alla quantità di volte che si possono verificare “pensieri nefasti” durante una gara, e più è lunga la gara e più possono essere questi impedimenti, che non ci permettono di correre al meglio!

Dobbiamo bloccare subito questo crollo reagendo! Non subire ma gestire! E’ normale che se molliamo, se rallentiamo, il corpo reagisce con dolori muscolari, che diventano la scusa per giustificare la nostra insoddisfazione, non è colpa mia, è stato il dolore qui, dove? Qui… e non si sa manco dire bene cosa fa male!

Io sono straconvinto che molti “dolori” sono solo stimolazioni negative del cervello!

Una lesione non ti permette di correre!

Qual è quindi il modo per gestire questi “crolli”? Non farli maturare, correre concentrati, essere sempre presenti con il corpo e con la mente. Ascoltarsi!

Se ci trasciniamo, se corriamo male, trasmettiamo al cervello sensazioni di disagio, di fatica, di difficoltà!

Se invece corriamo bene, se rimbalziamo, facciamo meno fatica, e le sensazioni sono sempre motivanti!

Alla fine della salita, dopo la prima discesa il percorso ha iniziato a salire di nuovo, allora per non “subire” ho iniziato a contare 7, contare mi ha fatto tenere il ritmo!

Poi nel discesone ho cercato di recuperare, correndo veloce, aumentando il movimento delle braccia e nel frattempo recuperando il fiato.

Poi siamo entrati nel parco. Il primo tratto era in leggera salita, molto impegnativo, allora per non “subirlo” mi sono attaccato ad un buon treno che andava a ritmo costante e mi sono fatto portare, senza pensare, correndo dietro di loro… poi è uscito un  bellissimo Sole e questi del treno hanno iniziato a lamentarsi del caldo, allora ho accelerato per non “subire energia negativa”

E da qui ho iniziato a gareggiare 1 dopo 1. Devo arrivare al chilometro 6, corri bene, concentrato, non perdere il ritmo, senti il corpo, soffia, giu’ il mento, muovi le braccia, rimbalza…

Eccolo, già siamo al 6? Bene si azzera tutto si va verso il 7… guardati in giro, chi c’è? Siamo sempre in quell’intorno? Stiamo rispettando il riferimento temporale? Ci siamo dentro? 

Ma gia’ siamo al 7, ma non era quello della crisi? Eh no, sto bene, si azzera tutto e si va verso 8…

Poi il 9 sarà ultimo, ecchecevo’???

Correre è piacere, confronto, condivisione, non è agonia, esasperazione…

Conta molto come si affronta la gara, l’approccio mentale, e soprattutto come si gestiscono le difficoltà, tramutandole in occasione di miglioramento!

Poi una volta arrivato sono corso al Gazebo, perchè non sono più solo un atleta, non sono più solo un coach, sono anche un presidente e devo custodire la nostra casa!

 

Senza illusioni e senza drammi, tutti i miei atleti hanno fatto la loro gara, e per tutti è stata una buona esperienza, capire dove poter migliorare, se dal punto di vista della preparazione, ma soprattutto nell’approccio.

Quindi come dico sempre, nessuna esaltazione e nessun dramma, leggiamo i numeri e da questi ripartiamo per affrontare la prossima gara migliori e migliorati!

 

AtletaTempoMediaCommento
Valerio 45:124:31Grande prova, specialmente per come hai gestito la crisi nel parco per poi riprendere il ritmo e fare una splendida volata. Osare premia
Forrest45:144:31Nella media
PitBull46:074:36Dopo una difficoltà molto più mentale che fisica una bellissima galoppata di recupero fino all’arrivo. Tenere è un grande risultato
Azzurra46:404:40Non hai tutti questi chilometri nelle gambe, ma hai ugualmente tenuto un buonissimo ritmo, fino alla fine! Felici e premiati!
Nicolà48:004:48La prima non si dimentica mai! E appunto siamo solo all’inizio, ne vedremo delle belle! Che esordio!!
Fabrizio48:344:51Dopo qualche sfortunato infortunio un bellissimo rientro, hai ancora la scusa per tenere, ma presto ti voglio vedere osare! Guerriero
Tizio49:144:55Ottimo motivatore per gli altri e poco per te stesso. Una buonissima esperienza dalla quale ripartire. Miglioreremo!
CarlA49:294:56Sei ancora in piena “comfort zone”, con un pò di continuità agli allenamenti arriverai molto prima, ma va benissimo cosi, per ora. Stai tornando!
Zachi50:525:05Ti stai parlando troppo ultimamente e soprattutto castigando senza motivo, lascialo a me questo compito. Azzeriamo
Ros50:595:05Si riparte da qui! Ma ancora non abbiamo fatto niente, ma ci sono tutti i presupposti per fare bene! Affronta
Paoletta52:355:15Ormai sei da “zona medaglia” quindi parti avanti e corri meglio possibile! Credici
Peppe52:355:15Non lo devi dimostrare, lo sei: Eroe!
Domenico53:285:20Non sai ancora quanto vali e ti “accontenti”, ma in questo caso non si gode, ci si risparmia. Ascoltati
Andrea56:155:37Uno sportivo, un agonista, un atleta. Massimo impegno e giuste motivazioni e i risultati arrivano. Determinato
Cri58:315:51Dopo la Maratona serviva staccare con la tensione e provare a correre con la giusta mentalità. Velocizziamo
Arturello1:00:316:03Prima correre era una festa, ora è un impegno, ma non per questo non ci puo’ essere il divertimento. Alza i piedi
Bruno1:00:426:04Troppi pensieri, troppi impegni, troppe responsabilità, la corsa non è la soluzione ma un modo per trovare le soluzioni. Leggerezza
Le nostre prestazioni in ordini di tempo e di metodologie

Ormai siamo una realtà. ASD ForresTeam e comunque tutti gli alteti del gruppo si vedono al loro gazebo, viaggiano con il loro furgone, ritirano i pettorali nella loro sede, partecipano alle cene ed eventi nella sala della onlus gemellata (Anzianamente) e soprattutto affrontano le gare per portare un valore aggiunto alla propria preparazione.

Tutto è migliorabile, basta allenarsi a volerlo…

/ 5
Grazie per aver votato!