Tremila … al Massimo!

Tremila di Emilio, un “classico” per tutti i Runner che si allenano in impianti di atletica leggera per migliorare le proprie prestazioni anche sulle gare su strada a suon di ripetute!

Un valido test, su una distanza del mezzofondo che non si improvvisa, non ammette distrazioni e soprattutto non perdona azzardi!

Ecco come l’abbiamo vissuta, con la mente per Massimo vittima di un pirata della strada, episodio che ci ha tutti fortemente destabilizzati, ma che per fortuna ha avuto un esito miracoloso dati i presupposti.

Ecco le nostre emozioni, le nostre sensazioni raccolte, un articolo che continua, finchè arriveranno resoconti da integrare per realizzare un meraviglioso collage di emozioni !!!


Prima Serie

Tiziana

Il 3000 di Emilio per me è un appuntamento imperdibile, una gara a cui tengo molto perchè lo considero un test, è la gara in cui mi metto alla prova per verificare se nell’ anno ho lavorato bene e meglio rispetto al precedente.
Per questo motivo mi mette sempre molta ansia, ma questa volta è stato diverso…. ero determinata e molto concentrata sul risultato che volevo raggiungere e alla partenza scalpitavo, non vedevo l’ora di partire.

Questo è stato uno dei tanti aspetti positivi del mio 3000, naturalmente primo fra tutti il tempo ottenuto … 15’25” ovvero  38″ in meno dello scorso anno!
Avevo puntato a 15’30” sapendo che potevo farcela anche se non sarebbe stata una passeggiata, ma già dal riscaldamento ho sentito che non andava, che stavo pagando una settimana di mancato allenamento e di influenza; ho fatto 15 ‘ di corsetta, andature, un 300mt e due da 200mt per memorizzare il passo ma era tutto molto faticoso.

Sono andata alla partenza sperando che in gara avrei ritrovato le belle sensazioni che sto provando in questo periodo in allenamento ma così non è stato, ho fatto tutta la gara con le gambe che rispondevano poco e questo è l’unico aspetto negativo perchè mi ha impedito di correre con più scioltezza. Questo problema però lo considero al tempo stesso positivo perchè, nonostante tutto, non ho mollato e ho saputo reagire ogni volta che al passaggio dei 400 m verificavo di aver perso qualche secondo…insomma ho sofferto di più, ma non a scapito del risultato.

Entrando nel dettaglio, al passaggio dei primi 200 m. mi sono trovata imbottigliata con Nigro davanti e un’atleta di un’altra società sulla destra quindi ho deciso di uscire da quell’imbuto, il che mi ha costretta ad aumentare il passo e a quel punto ho cercato di mantenerlo il più possibile, anche perchè l’atleta che avevo appena superato la sentivo vicinissima. Mi è stata accanto in seconda corsia per tutto il primo km senza riuscire a superarmi; tra me e me ho pensato “io non mollo di un metro, se mi vuoi superare devi aumentare!”…. risultato, ho fatto il primo 1000 troppo veloce in 4’54”. Ne ho risentito perchè le gambe sono diventate ancora più pesanti, ma con il senno del poi dico che è stato un bene perchè con il tempo guadagnato nel primo km ho compensato quello perso nel secondo.

Il secondo km l’ho fatto cercando di non farmi distanziare dalla solita atleta che nel frattempo è riuscita a passare avanti, la controllavo con l’intenzione di superarla nell’ultimo giro invece, arrivate al passaggio dell’ultimo 400, lei si è fermata. Il cronometro segnava poco più di 13 minuti e quindi mi sono stupita che lei avesse già finito visto che mi sembrava andasse più o meno al mio passo, comunque ho continuato la mia gara e solo alla fine lei mi ha confessato di essersi sbagliata, di aver ripreso quando ha visto me continuare ma ormai era rimasta indietro.

Tiziana in dirittura di arrivo

L’ultimo giro è stata la mia vera sfida; al passaggio ho visto che dovevo assolutamente cambiare passo se volevo fare il tempo desiderato. Le gambe erano sempre più pesanti per cui pensavo che non stessero rispondendo alla mia intenzione di aumentare, nonostante questo a 150 m., come suggerito dal Coach, ho aumentato ancora di più e quando a 50 m. dalla fine ho visto dal cronometro che non solo stavo raggiungendo il mio obiettivo ma potevo addirittura migliorarlo, ho spinto più che ho potuto con le gambe mentre lo sguardo era fisso su quei secondi che scorrevano … ho fatto l’ultimo giro in 1’56” e mi sono regalata un soddisfacente 15’25”.

La mia gioia si è spenta quasi subito, perchè poco dopo ho saputo dell’incidente di Massimo … è stato strano stare sulle tribune con in mano il cellulare ad aspettare notizie e al tempo stesso ad incitare i nostri amici orange che stavano facendo la loro gara, ma come giustamente dice il Coach, noi siamo runner e siamo una squadra e quello è stato il nostro modo di stare vicino a Massimo.


Seconda Serie

Roby

Le gare su pista le amo da sempre , mi riportano alla mia adolescenza , quando gareggiavo sui 100 ostacoli, ma insieme portano con se l’agitazione di quando ero ragazza, comunque per me la vera gara e’ in pista, li ti confronti veramente con l’avversario e per questo ad ogni start ho il cuore in gola!

Ma partiamo dall’inizio, arrivo allo stadio terme di Caracalla, insieme ad Alessandro ed Elena .

In macchina si parla della gara e dei nostri stati d’animo, Ale ci fa scendere davanti allo stadio; mentre va a parcheggiare ci telefona che hanno investito Massimo!

Massimo e’ uno di noi, un amico, un atleta, io ed Elena iniziamo a correre nella direzione del sinistro , con gli zaini addosso e il cuore in gola ; raggiungiamo Massimo che è sdraiato per terra , ha una brutta lacerazione alla gamba, e’ molto pallido e comprensibilmente agitato, cerco di tranquillizzarlo , gli parlo con calma dicendogli che deve stare tranquillo, che tutto si sistemerà , che a breve arriverà l’ambulanza (per poi accertarmi che realmente sia stata chiamata) ; eccola finalmente che arriva , parlo con gli operatori dandogli dei dati clinici , poi io ed elena ci guardiamo e lei mi dice vado io con lui, tu vai a fare la gara!

So che il mio compito finisce qui , ormai e’ in mani sicure per cui li saluto e vado verso gli spalti , prendo il pettorale e vado a scaldarmi , manca pochissimo all’inizio della mia frazione, sono emotivamente sconvolta, non ho voglia di gareggiare, vorrei rinunciare , ho troppi stati d’animo diversi e tutti insieme … ma penso a Massimo e mi dico ok devo correre per lui! Sento il mio nome mi metto alla partenza, ed ecco lo start!

Cerco di svuotare la mente, con difficoltà, faccio i primi 200 mt cercando di prendere fiato che mi sembra sia troppo corto, avanti a me ho Francesca Lippi un’altra orange Carla Ancona e due di un’altra società che corrono uno di fianco all’altro , cerco di prendere un ritmo regolare, il primo giro va, nella mia mente ripeto di correre bene, (muovi le braccia, ferma con le spalle , guarda avanti)sono concentratissima!

Passa il secondo giro, Francesca in curva supera i due che corrono insieme , sono tentata di farlo anche io ma siamo in curva e mi dico meglio provare sul rettilineo , ma non c’è verso fanno un tappo e non mi permettono di superare ; ogni volta che passo dallo start , sento la voce di Max che incita Francesca, dandogli consigli che faccio anche miei, passa il quarto giro ; al quinto finalmente supero i due che comunque ho usato come treni( si dice così?????) davanti a me c’è Francy e Carla Ancona , cerco di accorciare la distanza da Francy ed ecco che siamo all’ultimo giro, qui mi parte la gamba e decido o ora o mai più ed allungo , corro con quanto più fiato ho in corpo , raggiungo Francesca, e punto a Carla che è davanti , iniziamo a correre fianco a fianco, spingo ancora di più ,

Roberta concentra in gara

la supero vedo il traguardo e’ fatta alzo le braccia al cielo e sembra che i polmoni non vogliano saperne di stare nella gabbia toracica, si avvicina Carla che sportivamente si complimenta con me; ci abbracciamo ma il mio pensiero e’ subito per Massimo , mi precipito alla borsa per recuperare il cellulare, chiamo Elena e dopo aver visto la meravigliosa ed emozionante gara di Marco , ma anche di una grandiosa Marcella, con Alessandro , decidiamo di andare al San Giovanni per sincerarci delle condizioni di Massimo ; perdo un premio ad estrazione ( un televisore!!!), ma onestamente non mi importa , sono più felice di constatare di persona che Massimo sta bene e se la caverà con un mese di riposo!

Forza Massimo che sei il mio pace negli allenamenti sbrigati a tornare!!!!!Oggi sono ispirata, ma sento di dover scrivere queste parole per ringraziare Elena, una persona dal cuore d’oro , che non si è tirata indietro per accompagnare un amico in difficoltà, rinunciando ad una gara e offrendo a me la possibilità di farla….. riflettevo che non è da tutti, e il suo gran cuore nonostante fosse la sua prima( se non sbaglio) gara in pista , dopo il suo lungo stop per l’infortunio, meriterebbe un GRAZIE collettivo da tutti noi! Tvb Elena!


Ombretta

Ed anche questa volta arrivo impreparata alla lezione, cerco quindi di carpire segreti, consigli e strategie dell’ultimo minuto.

Ripeto come un mantra alcuni passi delle letture fatte il giorno prima: dopo il secondo 400, tieni il tuo tempo, fallo!

Ogni sorpasso fornisce energie, provaci! Al rush finale non punto un avversario, ma, riuscendo a vedere anche da molto lontano, fisso il cronometro, la volta scorsa su questa distanza ho ottenuto un 14’16’’, voglio ripetermi, ma nonostante l’allungo finale negli ultimi 150 metri, il risultato non arriva.

Non mi resta che augurarmi un miglioramento per la volta prossima ed esaltarmi guardando le prestazioni dei miei compagni di squadra, alcune delle quali sono state veramente avvincenti. Massimo T. che resta solo al comando della sua serie per diversi giri, una falcata ampia e rotonda caratterizza la prova, non riesce a mantenere la posizione fino alla termine , ma quando una donna lo affianca, lui reagisce (Alessandro l’ha detto subito) e vola sul finale…ci ha fatto sognare. Marco lotta e vince con il suo avversario, ma non si accorge di un missile terra-aria che parte dalle retrovie (Alessandro è stato il primo a notarlo) e lo supera sul traguardo, abbiamo gridato come ossessi perché ha ottenuto un risultato super.

Antonio, nonostante la serie molto competitiva, con determinazione e gentilezza riesce a conseguire un’ottima performance, ma qui è questione di fisico, una predisposizione naturale…beato lui.
Una giornata che ha sottolineato ancora una volta la compattezza, la generosità e l’altruismo dei componenti di questa fantastica squadra…

diffondiamo le cose belle 


QuartaSerie

3Beschi

E’ il primo anno che partecipo a questa gara, non ho punti di riferimento cronologici per un 3.000mt.

Marco mi iscrive alla gara con un tempo di 12’30”, sarò riuscito ad onorare il tempo assegnatomi? Vedremo a fine gara.
Incontro per prima Marcella con cui mi metto a parlare in fila per prendere il pettorale. Vengo da una settimana massacrante fatta di 15 ore al giorno di lavoro, con alzatacce alle 4 di mattina, ed ho un forte dolore alla schiena. Lei candidamente mi dice: “Che sei venuto a fare? Non era meglio che ti riposavi a casa?”. Forse aveva ragione lei, ma mi faceva piacere fare questa gara e stare insieme agli amici.

Vado a cambiarmi e incontro Stefano, che mi da la terribile notizia di Massimo, che è stato investito da un motociclista. Comincio il riscaldamento, insieme ai miei colleghi runner, ovviamente non si parla altro che di Massimo, con Carla che immortala ogni orange che gli capita a tiro.

16:20 tocca alla mia serie! Mi metto in fila insieme a Max, Walter e Valter, siamo noi il quartetto orange! L’unico mio obiettivo cronometrico, se ci riesco, è di finire sotto i 13 minuti.
In totale siamo 21 corridori nella mia serie; parte la gara e ce li ho quasi tutti davanti, mi sento chiuso in gabbia!

Sono in corda, ma sono accerchiato! Così faccio alcuni dribbling come facevo un tempo con il pallone, passo in seconda corsia e comincio a superare un po’ tutti e mi metto dietro al primo. Marco comincia a impartirmi consigli. Tattica vuole, che bisogna stare dietro al primo e farsi quasi trascinare, si sa che la lepre non vince mai o quasi. Ma dopo circa 600 metri non faccio tattiche, non voglio fare lo sborone e schiattare a metà gara, ma dico voglio correre perchè devo stare dietro ad uno che va più lento di me. Prendo la testa della corsa, gasato anche dal gran tifo degli amici sugli spalti!

Non mi aspettavo di stare in testa! Mi dico, mi faccio un giro da capotreno, poi mi supereranno tranquillamente. Invece passano un paio di giri e sono ancora in testa. Con lo speaker che dice che “Trebebeschi” a metà gara è ancora in testa!

2000 metri sono fatti, ne mancano 1000, due giri e mezzo. Marco continua ad incitarmi e a darmi consigli a bordo pista.

Massimo in spinta

Faccio un’altro giro in testa, poi una coppia si stacca e se ne va, Marco mi dice di stargli attaccato e poi di giocarmela sul finale. Ma ormai hanno un altro passo non li prendo più, loro hanno usato la tattica giusta, non sono andati a sensazione. Manca solo un giro ed è finita, metto le ultime energie per concludere la gara, sapendo che anche altri si saranno tenuti per lo sprint finale e mi supereranno. Invece solo all’ultima curva mi supera una donna, che conosco di vista perchè è piuttosto brava, infatti è arrivata seconda di categoria. Ma voglio almeno portare a casa il terzo posto della mia serie.

Così come mi capita spesso negli ultimi 100 metri, schiaccio l’acceleratore, la sorpasso e gli do due secondi di distacco all’arrivo!
Tempo finale: 12’23”, media 4’08”, sono riuscito ad arrivare sotto al tempo datomi da Marco. Sono soddisfatto della mia prestazione e sono contento perchè mi sono divertito, ma la cosa più bella della giornata è stata la sera quando sono tornato a casa e Massimo ci ha detto che stava bene !!!


Max Golletto

… Arrivo all’Impianto di Caracalla pensando di concludere una giornata in tranquillità e serenità, penso alla domenica alla mezza del Lago, penso alle parole del Coach e cerco di capire che tremila sarà.

Viene con me anche la mia dolce metà a tifare per gli Orange.

Purtroppo apprendo la notizia di Massimo e questo mi rattrista molto, vedo la commozione dei miei compagni e comincio a sperare che tutto vada bene mentre Elena accompagna il nostro amico in Ospedale.
Arriveranno, più tardi, le buone notizie che tutti ci aspettavamo.
Intanto mi preparo per il mio tremila, e mi godo la serie di Franci, Roby, Carla, Ale, Francesca e via via gli altri.

Mi voglio scusare con chi ha pensato che incitassi solo la Lippi, con lei preparo la Maratona di dicembre e avevo deciso di prendergli i tempi a giro per capire anche come fare il mio tremila …
Tocca a me e con gli altri ci avviciniamo allo start; ripeto nella mia testa che devo stare tranquillo, devo essere prudente, concentrato! Ho paura solo dei miei doloretti ma non mi importa, adesso davanti a me c’è la pista e va affrontata come si deve.

Parto molto cauto, vi assicuro che ogni volta lo stomaco rimane sospeso, Massimo T. si fa avanti e prende la testa e allora cerco di tenere quel ritmo.

Al secondo 400 trovo il ritmo, senza affanno, sto correndo provando sensazioni positive; risuonano le parole del Coach nella mia testa… Non esagerare, non ti fare male ed ecco che lui è li! A bordo pista mi incita e questo mi riempie di adrenalina, la sua espressione è eloquente e mi consiglia di tenere.
Arrivo all’ultimo giro, il Coach mi ricorda gli ultimi 150 metri e mi da il via per allungare, siamo tutti raggruppati in pochi secondi… Arrivo in 12’37” meglio di così non poteva andare!

 

Abbattuto il muro dei 13′ e poi via ad aspettare le notizie di Massimo.
Intanto dalle gradinate ho ammirato le gesta del Coach, che grinta e che tempo … WoW!
Mi sono perso la serie del mio amico di sempre, credevo di farcela a fare la doccia prima che cominciasse il suo tremila.
È stato più veloce luimanco a dirlo- un fenomeno.
Grazie per l’incitamento di tutti, dalla tribuna dal campo dal bordo pista.

Gruppo splendido!


Quinta Serie

PitBull

IL 3000 di Emilio è  una di quelle manifestazioni a cui partecipo sempre volentieri perché è una gara in pista dove le serie sono abbastanza equilibrate, ma questa edizione purtroppo non’è come le altre.

Appena arrivato vengo subito informato dell’investimento di Massimo mentre attraversava la strada davanti allo stadio delle terme di caracalla e le prime notizie sul suo stato non sono per niente confortanti, quindi i miei pensieri ma anche quello degli altri ragazzi del ForresTeam sono tutti rivolti a lui.

Nella mia stessa serie c’è anche la mitica Marcella ed insieme a lei inizio il riscaldamento, dopo qualche allungo ci mettiamo sulla linea di partenza, io come sempre vengo chiamato tra gli ultimi quindi sono costretto a posizionarmi sulla seconda fila, finalmente dopo qualche secondo viene dato il via!

Come da previsione non riesco a fare una bella partenza ma cerco subito di correre nei tempi che mi ero prefissato prima di iniziare, ho un gruppetto davanti a me ma non riesco a rimanere attaccato a loro ma cerco di concentrarmi su me stesso perché sento di non avere la stessa brillantezza rispetto al 3000 degli amici imbattibili, infatti a differenza di quella gara non mi viene il cambio passo degli ultimi 600 metri ma nello stesso tempo non perdo neanche il mio ritmo.

Alla fine chiudo la mia serie in 11’ e 53” confermando più o meno il tempo del mio stato attuale. Subito dopo aver effettuato il defaticamento vengo a sapere che le condizioni di Massimo sono molto meno gravi di quello che si pensava all’inizio e questa è la  notizia più bella della giornata e sui nostri volti rispunta il sorriso


Sesta Serie

Gajardoc

Sono un podista, ma sono anche un medico, e soprattutto oggi mi sento un uomo stretto tra due 20.

Podista perché mi conoscete, medico per chi non lo sapesse (chirurgo in particolare). I due 20 sono i vent’anni del ragazzo di cui ho ancora davanti il volto che un incidente ha voluto portare via nonostante tutti gli sforzi fatti, proprio la mattina della gara e il 20 degli anni del mio cane Jerry (sarebbero più di 100) che ha deciso di lasciarci in questi giorni, come uno di famiglia che va via da casa.

Esco come un tappo sparato da una bottiglia di questi pensieri e atterro sul Martellini/Caracalla.

Sono concentrato e mi riscaldo da solo, no, sono attirato da pensieri tristi e non ho voglia di parlare. Ma ogni tanto mi scappa un incitamento a chi vedo, come a Max e Stefano, alle Francesche, tutti a tirare forte.

Strano trovarsi nella SERIE (non nella batteria: QUANTE VOLTE VE LO DEVO DIRE? Coach) insieme a Forrest! Io non ci provo, ci riesco a dare tutto, ma sono stato fermo una settimana per un problemino gne gne e non vado quanto sarebbe nelle mie aspettative, guardo i tempi e mi sembra di stare nelle medie che mi ha detto Marco; gestisco, come si dice e vado … prima sparato, come mio solito, ma è consentito in partenza, e faccio da lepre i primi 800 alla Cacciamani, perché l’altro Orange della serie mi ha nominato come selvaggina da pista.

Corro con i pugni chiusi, come se volessi picchiare il destino.

Strano, di solito ho le mani aperte come per andare incontro al futuro. Poi il passo diventa controllato per altri 1800 … poi deconcentrato al 2000 perdo un poco il ritmo, ma basta per allungare i tempi.

Riprendo nel finale perché sento che le gambe vanno e il respiro non è al massimo come quando sto dandoci dentro di brutto e allora accelero, provo ad andare sotto il mio best, che avrei voluto frantumare e che invece resta lì, a ricordarti che non sempre quello che vuoi puoi avere.

Però ce l’ho messa tutta e sono contento, perché io un’altra possibilità ce l’avrò e potrò condividerla con voi, così come Massimo potrà rifarsi ed anche Elena che non ha corso oggi e sapete già il perché. Il ragazzo di stamattina e Jerry, no.

Non mi va oggi di chiacchierare ma la prossima volta, magari dopo una giornata andata bene (e vi assicuro che sono la maggior parte e si gode come un picchio, anche se intimamente e senza clamore) andrò più forte e correrò, come dice e FA il coach per chi non può e per chi non c’e più: da più gusto alla corsa e sapore, se c’e, alla vittoria!


Forrest

Doveva essere una festa …
tanti atleti Orange della Podistica Solidarietà che partecipano ad un “evento” su pista nel panorama dell’atletica romana : il 3000 di Emilio
Anche noi del ForresTeam siamo in tanti, qualcuno con la voglia di fare una gara fantastica, da Personal Best, qualcun altro perchè trascinato dalla volontà del coach, tutti comunque determinati a fare una bella figura.

Sto per uscire di casa quando mi arriva la telefonata di Roberta … che mi scatena un’angoscia incredibile, mista a rabbia, e quel che è peggio determinante impotenza! Massimo è stato investito da una moto! Penso al peggio, quando si ferisce uno di noi … siamo feriti tutti!!!

Vorrei massacrare il bastardo che l’ha investito … vorrei fare qualcosa, ma mi rendo conto che l’unica cosa che posso fare è pregare che vada tutto bene e poi correre!
Siamo Runner nel cuore, nell’anima, oltre che nelle gambe! Una “razza” speciale di umanoidi, per altre specie incomprensibili. Nessuno capisce i nostri desideri, i nostri stati d’animo, la nostra voglia di correre e di mettere nella corsa tutto !!!
Con questi pensieri e la voglia di “spaccare tutto” arrivo al Nando Martellini e vedo un terzetto Orange che sta agli ultimi giri della loro fatica. Due sono bionde , stanno correndo con obiettivi diversi, ma con comune tenacia. In questa serie ci sarebbe dovuta essere Elena, ma è con Massimo per sostenere questi momenti difficili.
Guardo e incito le serie che precedono la mia, io sono la sesta. Il programma e’ in leggero ritardo e mi regolo per il riscaldamento.

Martedi avevo le gambe che volavano, clima e sensazioni ideali per gareggiare, per fare una grande gara. Giovedi ho stentato un po’ … oggi mi sento totalmente “bloccato”. Le gambe non vanno, la mente è stravolta dai pensieri, dalla preoccupazione. Forse gareggiare sarà meglio per sfogare la rabbia.
Continuo a correre per riscaldarmi e penso … ma se non ce la faccio a correre bene un giro di prato lento, come potro’ correre un 3000 ? Mi rispondo che potro’ perchè sono Forrest, tutti hanno grandi aspettative in me e non posso permettermi di deluderli! E poi oggi ho una motivazione speciale, corro per Massimo, oggi siamo tutti Massimo!!!

Appello, sono tra gli ultimi e dato è una gara FIDAL ma non è una gara di quelle ufficiali, le serie sono molto numerose, forse troppo … e vengo relegato in seconda fila.
Qualcuno mi saluta prima della gara , mi riconoscono, io non ricordo chi sia, ma mi chiede a quanto la fai? Rispondo 11:15 ma sarà un’impresa impossibile! Mi dice, allora ti seguo, ti prendo come riferimento. Anche una TOP mi chiede a quanto vai? Do la stessa risposta … mi dice che per lei è troppo veloce, allora le propongo il GajarDoc come riferimento. A paura di partire troppo veloce come è suo solito e vorrebbe uno da seguire per partire cauta!! Hai scelto me?? Hai capito tutto !! Anche Andrea del resto non è da meno a partenze a missile! Alla fine lei farà 11:10 !!!
Ci siamo … tuto è pronto … partenza col fischio e via!!

Sono straimbottigliato!!!

Mai partenza fu peggiore, seconda fila e troppo in corda … sono nel mucchio e faccio valere la mia esperienza per non prendere calci, per non inciampare …
No qua non si puo’ stare, passo in seconda, anche terza corsia e mi metto dietro i battistrada.
Questa serie è piena di gente che mi da una “pista” sui 10 km. Li conosco quasi tutti , conoscenti di gara, gente con cui parto insieme ma poi mi danno 2 minuti !!
Passo ai 200 mt terzo. Primo un ragazzotto emergente secondo un “canaccio” di Ciampino, quei sessantenni terribili che hanno un passato da fenomeni e ora correndo al 60% sono gente da 37′ sui diecimila!!!

Non l’ho mai battuto, mai ! Ho più di uno di questi miti, anche nelle donne,che anche se corrono con una gamba sola mi mettono alle loro spalle …
Il passaggio ai 200 mt è da manuale, corro bene, rilassato, i “guai” del riscaldamento sono lontani.
I battistrada pendono qualche metro, ma li posso gestire, non vanno troppo forte. Io sono nelle mie medie “ideali”.
il passaggio ai 600 è ancora sotto controllo. Clicco sull’orologio ma non lo guardo mai, corro con le sensazioni, con le motivazioni speciali e … con i miei dirimpettai che sono pimpanti e vogliosi di fare …
Al mille ho pensieri strani, mi chiedo ma perchè uno come me deve sempre stare al suo “massimo”??? Mi faccio domande e mi rispondo sempre che sono un esempio, devo dare il buon esempio, devo mettere in pratica gli insegnamenti che mi piace divulgare al gruppo, penso che sia importante essere non solo parole ma fatti e quindi … corro.
Quelli che sono davanti sono partiti molto più veloce delle loro possibilità, vedo il passo del ragazzetto che si fa più pesante, non mi sfugge la sua crisi e allora rompo gli indugi e passo!
Lo speaker annuncia questo sorpasso che mi rende orgoglioso, il tifo sugli spalti mi incita in modo entusiasmante, di solito sono io che incito loro ma ora , tutti insieme urlano per me! I fotografi (i grandissimo Gianfranco e Roberto) non si lasciano sfuggire il sorpasso e mi immortalano in testa al gruppo.
Vivo questo momento di celebrità, che come spesso avviene in queste gare mi catapulta con la memoria ad “antichi fasti del passato”, una quarantina di anni indietro …
Questo momento di gloria non dura molto, in quanto un certo “Pietro” dei geki di Villa Pamphili mi passa con andatura baldanzosa.
Lo riconosco è uno della mia categoria, uno che sta sotto i 40′ su una 10 km, e sui 1h25 sulla mezza. Uno tosto!
Ma il mezzofondo è un’altra gara, e molti che hanno corso questo 3000 mt se ne sono accorti. Nulla di paragonabile alle altre misure, una distanza che implica una condotta di gara particolare.
Lui va con andatura più veloce del mio passo “ideale” , io sono in un momento di “disagio” ma non posso, non devo, non voglio mollare!
Sugli spalti credono in me, sanno che non cederò ed io li devo accontentare.
Mi metto a ruota, controllo dietro, mi faccio portare e soffro terribilmente questa situazione.
Mi convinco che sto bene, che “nulla osta” , che devo onorare la gara, il ruolo e il nostro compagno ferito da un incosciente!
Quando arriviamo al 2000 ??? E’ là che si deciderà la gara!
Lo speaker parla del battistrada e un po’ mi trascura, ma poi è costretto a nominarmi. Prova a mettere enfasi alla lotta del primo posto, finalmente una serie equilibrata.
Mi rendo conto che sarà una lotta a due, e dato che soffro lo stare dietro … decido di puntare il tutto per tutto sul mio cambio di passo!!!
Vedo il mio avversario, il suo fisico è asciutto, fisico da “endurance”, sicuramente uno che tiene questo passo anche a lungo ma non può tenere un cambio di ritmo!!!
Alla prima esitazione passato il 2000 , in messo alla curva rompo gli indugi e passo!!!
Sono in crisi ma reagisco passando e ora mi costringo a tenere l’andatura!!
Mancano 800 mt e tra il boato generale sono avanti!!!
Che meravigliosa sensazione!!

il sorriso di Forrest
Dajeeeeeeeeeeee Forrest, un sorriso a Carla e poi le mani sulla gola per l’AMIP … sono qua per tutti voi, e sono primo!!

Corro senza sentire più la fatica, la crisi, perchè quando cambi passo e il tuo avversario “cede” ti senti onnipotente , ti carichi di autostima, di coraggio … di forza!!
Corro slanciato verso l’ultimo giro … sarà una passerella?
Ecco il rettilineo e il boato ancor più forte dei miei atleti sugli spalti!!!
Li guardo, e guardo avanti … un “lupo di pista” come me sa che ora non ci si deve distrarre … nel mezzofondo non è mai finita … se non dopo il traguardo!!!
La meravigliosa sinfonia della campana suona … è l’ultimo davvero, per un attimo ho pensato ne avessi altri due e non averei retto l’impatto!
Si è l’ultimo … dajeeeeeeee
Che faccio?
Decido di andare forte, di accelerare per fare una lunga progressione di 400 metri!
Lo impone la tattica, la strategia …
Devo “uccidere” qualsiasi iniziativa.
Il mio avversario è domato …
Eccomi ai 200 finali e si paventa il “dramma sportivo”, un atleta annunciato dallo speaker mi avvicina, ma chi è?
E’ un 35enne, straniero, della società che organizza l’evento… mi vuole rovinare la festa … e con questo passo ci riesce!!
Mi faccio passare, perche’ in questi casi è meglio controllare da dietro.
Le mie energie sono al lumicino, ho dato tutto nella gara, ho fatto il mio meglio, ho anche allungato presto per evitare tutto cio’ e tutto cio’ si sta palesando … maledizione!
Siamo ai 150 mt è davanti … per avermi ripreso deve aver fatto un 800 mt finale “incredibile” … se ha finito energie lo passo nel rettilineo , altrimenti …
Lui aumenta, io ci provo … spingo a più non posso … ora gli spalti sono divisi, metà per me e metà per lui … lui ha anche la famiglia a seguito … ma non è questo quel che conta … nel mezzofondo, nel 3000 si vince negli ultimi 30 metri …e sonoi suoi!
Rompo il passo, ce l’ho messa tutta Massimo, ma devo inchinarmi ad un atleta oggi più forte d me!!
La mia tattica, la mia strategia ha avuto esito positivo su altri del gruppo , ma lui mi era scappato … succede. Sconfitto nel risultato ma non nel tempo.
Un ultimo giro a 1’21” non mi e’ bastato!
Lui ha saputo correre gli ultimi 2 giri in …1’23” e 1’16” … complimenti !!!

Sono comunque soddisfatto e mi hanno fatto enormemente piacere i complimenti di un grandissimo Runner che stimo all’ennesima potenza, Leone , che sull’arrivo si è detto esterefatto del mio stile di corsa, della mia progressione , della mia potenza!
Almeno ho messo in pratica quel che “urlo ” un po’ a tutti agli allenamenti!!!
Alla fine risulto secondo della Podistica Solidarietà , dietro solo ad un fortissimo Antonio de Caro!
Terzo di categoria!!! Un risultato esaltante in questo contesto!
Ho battuto tantissimi che sono molto piu’ allenati e regolari nelle 10 km, e sono certo che sia io che tutto il gruppo che alleno siamo sulla buona strada.
Alcune considerazioni tecniche:
Ho corso (on media) i 300 mt della gara a 1’06” … in allenamento, con recupero sono morto per “tenere” 1’04”, ma è servito per scendere , se avessi corso in allenamento a 1’08” non avrei mai tenuto il passo!!!
La gara ti porta a scoprire quello che sei realmente, il che significa che in allenamento dobbiamo dare qualcosa di più, il massimo, per poter poi in gara utilizzarlo come risorsa!!!
Osiamo … e otterremo!!!

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