La corsa di Miguel

Una insolita Miguel il 25 Aprile…

Premessa

Sono 3 anni che non si fa una gara di 10km “veloce”, ovvero un percorso pianeggiante che permette di correre nelle migliori condizioni possibili considerando il rapporto altimetria, fondo stradale e perche’ no anche il clima. La data solita della Corsa di Miguel è fine gennaio, quindi si gareggia normalmente con guanti, termiche, cappelli… questa volta c’e’ una bella giornata di Sole e si puo’ correre leggeri, almeno nell’abbigliamento.

Ho definito questa gara obiettivo e questo forse ha generato troppe aspettative nei miei atleti, ma forse, anzi sicuramente, non mi sono ben spiegato e proverò a farlo ora, a posteriori, confidando che sia per tutti un costruttivo ritorno di esperienza.

Ogni gara ha il suo scopo e il suo obiettivo, questo avviene quando si finisce di scambiare una competizione con un ritrovo tra amici per chiacchierare lungo le strade della città.

Obiettivo significa analizzare la propria stagione, il momento e la condizione fisica e mentale e a fronte di cio’ pensare un tempo realizzabile correndo al meglio delle proprie ATTUALI possibilità.

Andare più piano è uno spreco, andare piu’ forte è un rischio!

Gli allenamenti, il periodo storico, assegnano una forbice di tempo finale ed è giusto e dignitoso starci dentro.

Non si puo’ sempre spingere al massimo, diffidate di chi lo fa…

Non si deve andare a gareggiare tanto per… non deve essere un’ossessione, o peggio un’abitudine!

Una gara è importante per imparare a correre a Ritmo, è importante per imparare a gestire il Ritmo ma soprattutto è importante per capire quale sia il vero Ritmo.

Poi ci sono le tattiche, le strategie, le tecniche… che sono pero’ successive alla ricerca del Ritmo e permettono di accrescere la propria esperienza.

Si arriva ad una gara con la massima serenità, consapevoli di aver effettuato un ciclo di allenamenti che ti porta a correre in “quel tempo”! Nessuna sorpresa, solo la determinazione a completare al traguardo un lavoro iniziato giorni, o mesi prima.

Non è ammissibile avere ansia, non dormire la notte prima, caricarsi di aspettative… nessuno ci sta chiedendo di fare cio’ che non è possibile fare, ma niente ci impedisce di fare cio’ che è possibile fare!

Ad esempio, se posso fare 50′ in una 10km, parto a 4’55” tanto per dare una piccola sterzata iniziale alla gara che fa sempre bene, poi mi metto as un 5’/km di crociera e poi, alla fine, se ne ho, faccio qualche chilometro più veloce per chiudere magari in 49’30” .

Nessuna sorpresa, nessuna esaltazione, nessuna delusione.

Questo non significa che si corre senza emozioni. Il 50′ che posso fare non me lo porto da casa, lo ottengo se non commetto errori, se sono concentrato e determinato e soprattutto se gestisco al meglio le energie. E’ un impegno, ma soprattutto un divertimento!

Non devo partire depresso perche’ qualche anno fa facevo 47′, gli anni passano, la vita cambia, il periodo di allenamento è basato su altri obiettivi e non mi permette di andare piu’ veloce di 5’/km!

Non sono io che alla partenza, perche’ ho fatto il primo chilometro a 4’30”, posso decidere che questa gara la chiudo in 45′, il primo è solo il primo chilometro di 10 chilometri! Le energie fisiche e mentali non sono sempre le stesse in ogni segmento di gara!!! Specialmente se forzo troppo! Vado a togliere poi la potenza per chiudere nel migliore dei modi e rischio di fare un finale pietoso!

Prima della Gara

Saluti, pugni contro pugni e poi alle 09:00 la fotoooooooooooooooo!!

Ma che bello rivivere l’incontro prima della gara, è questo il momento “social” nel quale salutarsi, chiacchierare e ascoltare i soliti discorsi di quelli “forti” che sono pieni di dolori e non sanno neanche se la chiuderanno (e poi bastardi ti arrivano 5′ prima…)

Ascoltare i tapascioni che sono certi che oggi faranno il P.B. scendendo di 20’/25′ dal loro precedente… tutti gia’ pronti con il pettorale spillato anche 1 ora prima della partenza…

Sono bellissimi momenti che mancano da troppo tempo  e che speriamo tornino ad essere un prologo “normale” ad ogni gara alla quale si decide di partecipare (appositamente non ho scritto ogni domenica, perche’ non ritengo piu’ cosa “buona e giusta” gareggiare sempre e comunque…)

Insieme, in gara, dopo tanto tempo

Siamo tanti, non oltre 500 come nelle edizioni precedenti ma… la macchia Orange spicca nell’impianto Pietro Mennea quando tutti ci spostiamo per la foto sugli spalti,a favore di Sole!

Io ho molti amici ed ora anche atleti di altre squadre e questo mi permette di poter salutare molti molti Runner, e soprattutto di essere salutato anche da chi mi domando spesso : “ma chi è, come lo/la conosco??”

Urlo ritrovato , per la Podistica : Hip Hip … Urrà! E il Mennea esplode!!!

Il popolo Orange alla Corsa di Miguel

Riscaldamento

Dopo la foto raccolgo il ForresTeam e non solo, con chiunque abbia voglia di aggregarsi (non siamo esclusivi, anzi…) e iniziamo il riscaldamento appropriato per questa gara:

  • 10′ Corsa Facile
  • 5′ Corsa Ritmo Gara
  • Andature
  • Qualche allungo
  • Corsa Facile fino a che e’ possibile

Qualcuno (troppi) ha l’ansia di andare in griglia, senza considerare che è molto meglio partire piu’ dietro ma con un giusto riscaldamento, piuttosto che stare 10′ fermi ad aspettare la partenza, freddare i muscoli e rischiare contratture o strappi poi gia’ nel primo chilometro!

Dopo qualche giro della “Palla” ci si avvia (finalmente per qualcuno!) nelle rispettive griglie e si aspetta, saltellando il via!

Fino a questo punto sono stato il coach, da questo momento all’arrivo sono il semplice e anche poco performante runner che deve mettere in pratica al meglio i consigli, anche per dare il buon esempio.

Partenza

Sono attimi “affollati”, metto la mascherina ma non so quanto possa “proteggere”… So qual è il tempo “fattibile” e anche se che non sarà per niente facile ottenerlo sono fiducioso nei miei mezzi, come spesso accade sono qua per sostenere gli amici dell’Associazione Malati di Ipertensione Polmonare dei quali sono da anni ambasciatore.

Ho nel mio cuore le persone che ho seguito e che non ce l’hanno fatta… e soprattutto corrono con me i miei atleti che per ora sono fermi a recuperare infortuni o impedimenti piu’ o meno gravi. Non mi stanchero’ mai di dire che correre è un privilegio e dobbiamo meritarcelo!

Poi ho i miei guai personali che sono sempre “motivazioni speciali” da schierare sulla griglia di partenza!

Insomma non si corre mai soli, se non si è egoisti e megalomani al punto di non avere una dedica speciale per ogni impresa che si puo’ compiere. E una gara è di per sè un’impresa speciale, sempre!

Quest’anno lo speaker e’ diverso, e non fa nessun accenno a Miguel Sanchez e alla sua famosissima poesia, non accenna neanche al giorno speciale, al Festa della Libertà che ci ha liberato da un regime fascista… Fa niente, ci penso io a ricordare, e cosi spero faccia ognuno.

La Gara

Sarà che siamo su un favorevolissimo rettilineo o forse per il pettorare “buono” non soffro di particolari imbottigliamenti e riesco ad estendere quasi da subito il passo per prendere un Ritmo adeguato a questa partenza.

Non esagero, il coach ha detto di partire forte, ma non troppo. Sono runner ma ridivento coach quando vedo che Carla e’ partita troppo forte… come sempre! Le urlo di prendere un ritmo piu’ adeguato e continuo la mia gara.

Prima di partite ci siamo imbattuti con 2 palestrati, uomo e donna pieni di muscoli ovunque, fisico asciutto, tipico del cross-fit. Con tutto il rispetto per la specialita’ nata nei garage americani la prima considerazione che faccio è: non posso arriva’ dopo questi!!!

Fatto sta che al primo chilometro mi trovi davanti “lui” e mi dico… nooooooo leviamocelo subito di mezzo!!! Allora leggerissma accelerazione, solo per dagli quei 4’/5′ di distacco finale, sempre se uno dei due non crolli…

Prima del Ponte della Musica c’e’ il tempo per capire che gara sarà. Per vedere chi e’ partito troppo forte e gia’ arranca e per tenere forte le briglia della voglia di andare… e andare, consapevole che poi si rischia di schiattare e … schiattare!

Sorpasso un paio di spauracchi ai quali, quando correvo davvero, arrivavo sempre dietro… questo non mi deve affatto esaltare, sicuramente vivranno un momento poco favorevole, ma io per ora mi godo la mia posizione e continuo a tenere il passo.

Mi faccio la suddivisione della gara, i primi 3 km di gestione, senza soffrire, senza pensare, lasciando solo scorrere il tempo e i metri controllando il passo, cercando di tenerlo nella forbice ideale (ideale = qualche secondo meno delle possibile)

Controllo l’intorno, e ogni tanto mi accodo un treno che penso possa meritare il mio rispetto, ovvero devono correre a ritmo costante, non ansimare, parlare, correre e basta!

Qualcuno mi saluta, mi riconoscono in molti e mi sento quasi “celebre”!

Corro facile, questo e’ il mantra, e’ tutto molto facile, quindi siamo dentro il voluto!

Altro traguardo, meta’ percorso circa, Ponte Milvio. E quando leggo il numero 5km mi convinco che sono gia’ a meta’, basta fare un altro pezzetto come quello appena percorso e ci siamo. Sono “dentro” e quindi nulla osta!

Si finisce di correre bene e forte perchè si accede all’odiata ciclabile lungotevere, scenario ideale per chi fa chilometri inutili…

Si deve superare questo tratto e poi si torna sull’amata strada! Ci sono discese da aggredire e qualche imbottigliamento da superare. Tiro un po’ il fiato per prepararmi alla salita e al gomito che ci portera’ nel tratto finale…

Capisco che sto un po’ rallentando perche’ l’intorno che ho sorpassato qualche chilometro prima sta rinvenendo e mi sorpassa, oltraggio!!

Torna nella mia mente la mia filosofia pacman nella quale quando sorpasso immagino di mangiare energia del malcapitato e quando mi sorpassano a perdo… questo mi aiuta ad invertire la tendenza, quindi conto i passi per riprendere il ritmo e torno al mio posto.

Ecco la salitella il gomito e si riprende la strada.

Qua si perde il ritmo e aumenta fortemente la respirazione, mettici pure che siamo nel fatidico km 7, quindi sale la scimmia…

Inizia il decalogo del tapascione, che per i primi chilometri si sente Bolt e gli ultimi Fantozzi! Ma chi me lo fa fare, dai rallentiamo, tanto l’arrivo sta sempre la’, mica lo spostano, mi riposo solo un po’… poi mi riprendo… dai rallento, non ce la faccio… gne gne , e poi gne…

Quando il momento si fa duro…

Questo e’ il momento della crisi, mettici anche che ci fanno andare a serpentone avanti e indietro intorno all’Olimpico, sei vicinissimo ma non arrivi mai, mancano almeno 2,5km… sono finito, non ci arrivero’ mai! Cosa dice il coach in questi casi? Non rallentare! Aumenti l’agonia! Quando rallenti tutto diventa piu’ lento e non si arriva mai!!!

Controllo la media/km, sono altissimo e allora si cambia tendenza! Si accelera, si inverte il mood!!!

Conto i passi, gestisco il respiro, aumento le frequenze, muovo piu’ rapido le braccia, dai facciamo ste ripetute da 500mt con recupero 0, nulla osta!

E recupero, velocita’ e atleti, sorpasso, me li mangio… pacman!

Si gira per luoghi conosciuti, la’ dove abbiamo fatto le nostre garette-Covid, intorno allo stadio del Tennis e poi sul rettilineo pieno di atleti olimpionici da ricordare!

Tratto Finale

Ecco viale dei Gladiatori, e ricordi di gioventù riemergono alla mente, quando camminavo fiero mano nella mano con mio padre per andare a vedere la Roma in Tevere, e quando, piu’ grande, andavo in Curva con il CUCS…

Ora sono solo con me stesso, intento a tenere il ritmo fino alla fine, anzi conservando le energie per una volata finale dentro lo Stadio Olimpico. Ma niente, ci fanno soffrire, altro giretto, per aumentare la distanza (che poi sara’ sempre piu’ corta, molto piu’ corta di 10km)

Ma dopo l’ennesimo serpentone ecco l’ingresso di Maratona!!!

Arrivo all’Olimpico

Il mio respiro e’ per voi!

Mi guardo intorno e vedo quali sono le vittime della mia volata. Molte sono fin troppo facili da sbranare, altri sono andati piu’ avanti, li vorrei riprendere ma domani ho l’allenamento e se mi carico di acido lattico rischio, quindi con la massima razionalita’ adducibile a questi momenti non esagero e mi concedo, in volata ai fotografi e recito sul rettilineo finale il mio consueto protocollo: indico la fascetta dell’AMIP, bacio la Fede e bacio nel cielo, e arrivo!

 

Le Prestazioni

Atleta

Tempo

Media/km

Marian 39’32” 4’07”
Forrest 42’11” 4’24”
CarlA 43’57” 4’35”
PitBull 44’03” 4’35”
Elisa 44’51” 4’40”
AndreaR 44’58” 4’41”
Peppe 47’07” 4’54”
ViceVice 48’24” 5’03”
Zachi 48’50” 5’05”
Milla 50’20” 5’15”
Alessia 50’59” 5’19”
Candy Candy 51’06” 5’19”
Ros 51’07” 5’19”
Eli 51’30” 5’22”
Paola 52’25” 5’28”
Daniela 53’21” 5’33”
Mario 56’07” 6’01”
Lory 56’36” 5’31”
Ade 1h02’39” 6’32”
Duca    
Tiziana    

Dopo la gara

Mi fermo dopo il traguardo, nonostante molti stuart mi sollecitano ad andare via da la’, ma la mia intenzione e’ aspettare i miei atleti e salutarli. Ovviamente saluto tutti, gli Orange e non solo… 

Posso salutare tutti quelli che voglio tranne uno, che e’ arrivato da un bel po’… il nostro Marian che oggi non ha fatto il massimo possibile, ma ha fatto il suo, ha confermato un trend e conta anche questo!

Resisto un bel po’ fino a che mi prende un colpo perche’ vedo una mia atleta su una barella “morbida” portata in infermieria, mi metto avanti e faccio strada entro nella tenda  e cerco di fare il mio, facendo distrarre Zachi che seppur provata sorride… mi cacciano anche da qua, e per fortuna va tutto bene, ma ne riparleremo anche se forse leggendo attentamente questo articolo…

Si esce dallo stadio facendo incontri qua e la’ …

 

Felici e arrivati!
Alessia e Aladino che si allena sul tappeto!

Un po’ di storia…

Nel 1976, in seguito a un colpo di stato, prende il potere il comandante dell’esercito argentino Jorge Videla: sospesa la costituzione, le libertà civili e sindacali, oltre 30mila persone scompaiono nel nulla. Sono i “desaparecidos”.
 I ragazzi vengono arrestati, torturati, a volte rilasciati alle famiglie ma nella maggior parte dei casi segretamente uccisi senza lasciare tracce.
Tra questi ragazzi vi è anche  Miguel Benancio  Sanchez, podista e poeta argentino, venne rapito da un commando paramilitare, il 9 gennaio del 1978.

Miguel si Si allenava di mattina presto e alla sera tardi con il tecnico Osvaldo Suarez, mitico personaggio che aveva vinto tre volte la Corrida di San Silvestro.
In sua memoria proprio dal 9 Gennaio del 2000 si corre una manifestazione podistica denominata: “La corsa di Miguel“, una 10km che è andata sempre più affermandosi in partecipazione tanto da superare (prima della pandemia) i 10.000 partecipanti.

La poesia…

Per te che sai di freddo,
di calore
di trionfi e di sconfitte
che no non lo sono.
Per te che hai il corpo sano,
l’anima larga e il tuo cuore grande.
Per te che hai molti amici,
molti nonni,
l’allegria adulta,
il cuore dei bambini.
Per te che non sai né di gelo nè di sole,
né di pioggia né di rancori.
Per te atleta,
che traversasti paesini e città,
unendo stati nel tuo andare,
per te atleta,
che disprezzi la guerra e sogni la PACE

Concludendo

Miguel è andato, di primo acchito pensavo che tutti avessimo fatto tempi straordinari, poi constatare che erano 9,600mt ha un po’ ridimensionato la prestazione, ma non la soddisfazione di aver corso una bellissima gara, in una giornata di Libertà insieme a tanti amici!

Le emozioni del ForresTeam

Questa sezione e’ sempre in work in progress… i resoconti degli atleti arrivano alla spicciolata, specialmente dopo che viene pubblicato l’articolo, quindi state connessi che potrebbero arrivarne altri…

Elisa

Quest’anno è l’anno di tutte le mie prime gare: oggi , 25 aprile, è il turno della mia prima corsa di Miguel. La giornata è bellissima e io ho tanta voglia di partecipare, un po’ per il significato della corsa, un po’ per mettermi nuovamente alla prova su una 10km, un po’ per i tanti partecipanti del ForresTeam con cui sto prendendo gusto a vivere questi bei momenti di festa.

Mi illudo di non avere un obiettivo preciso per non farmi salire l’ansia, ma in fondo so che mi piacerebbe correre ad una media di 4:40’-4:45’ al km. Il primo km mi serve per superare alcuni “tappi” e trovare un mio ritmo.

Alla fine del 1° km l’orologio segna 4:40’: ottimo, si tratta solo di mantenere la stessa velocità per altri 9 km… Meglio non pensarci e concentrarsi solo sul km che sto correndo in questo momento: mi aiuta molto pregare il Rosario e scandire ogni km pensando a qualcuno…

Ma intorno al 7° km la “scimmia” sale inesorabile: mi sembra che mi manchino le forze e si affaccia l’idea di fermarmi e mettermi a camminare.

Mi sorreggono l’orgoglio, le parole di Marco che mi risuonano in testa e che mi convincono che rallentare o fermarmi servirebbe soltanto a prolungare l’agonia e, di nuovo, ritrovare la concentrazione per correre questo singolo tratto di strada, senza calcolare quanto manca alla fine.

Entrare nel tunnel e poi sulla pista dello stadio Olimpico è bellissimo: mi godo il momento e cerco di sfoggiare un sorriso non troppo stanco per i fotografi.

Al traguardo trovo il coach e non posso far altro che abbracciarlo, per la felicità di essere qui, per essere riuscita a superare i “mostri” che volevano impedirmi di terminare la gara, per ringraziarlo degli strumenti fisici e mentali che mi sta dando per correre ad una velocità che solo qualche mese fa per me era impensabile.

Mario

La mia  Miguel. Una corsa che amo tantissimo perché in memoria della figura di uno come noi, un atleta, ammazzato e fatto scomparire da un regime dittatoriale.

La mia impressione della gara? EMOZIONE. Mi sono emozionato quando vi ho salutati davanti al gazebo della Podistica Solidarieta’, mi sono emozionato alla partenza (e meno male che non hanno letto la poesia di Miguel), mi sono emozionato all’ingresso nello Stadio Olimpico, sogno per ogni atleta romano. La gara è stata bellissima, credo di aver dato tutto. Dopo solo tre settimane scarse di preparazione e quasi tre mesi di stop non credo che avrei potuto fare di meglio.

Ho cercato di mettere in pratica i  consigli del coach. Dal settimo km in poi ho sentito un po’ la fatica.

Ora mi sento bene, un abbraccio e …. grazie.

Milla

Ho cercato di seguire i consigli del coach alla lettera ma ero partita dall’ultima griglia e per divincolarmi dai lunghi tappi ho spinto forse più del dovuto per i primi chilometri.

Considerando la microfrattura, non potevo fare di meglio… contro ogni prognosi!

Ho tenuto bene con la testa e non mi sono lasciata abbattare dal caldo né ho mai pensato di fermarmi. Ho ceduto un poco al caldo, dal 7 al 9, ma d’altronde allenarsi a Londra ha altri vantaggi: ti rende resiliente alla pioggia e all’inverno.
Con qualche grado in meno credo avrei potuto fare qualcosina di meglio ma per il momento sono soddisfatta così.

Ritornare a correre insieme a tutti voi nell’energia della Miguel , e dopo due anni così articolati, è indubbiamente il premio più grande

CarlA

Ed eccoci alla Miguel, la mia prima gara in assoluto nel 2016!

Sempre una emozione, il lungo Tevere, ponte Milvio, l’arrivo all’Olimpico.

Col pettorale di quelli bravi e dopo un congruo riscaldamento parto e… gestisco bene!

Seguo l’amica Chiara per 7 km e quando poi lei, che è fortissima, accellera io tengo. Senza gne gne, senza troppi pensieri negativi paralizzanti (non proprio zero, eh! Ma almeno gestibili).

Cerco di fare un ingresso dignitoso allo stadio e concludo con le braccia al cielo!

Con il coach che mi guarda con il fumetto che dice “tanto schifo non hai fatto”.

E io mi accontento! Buona liberazione! Buon 25 aprile a tutti!

Ade

Fino al quinto km stavo abbastanza bene e pensavo di poter andare in progressione ma mi sono fermata al quinto km in prossimità del ristoro, molto assetata (errore 1: non idratarsi prima della gara) e da lì sono precipitata, soprattutto di testa (errore 2: pensare che non ce la farò mai e pianti greci vari).

Soffro la mancanza di continuità (devo fare allenamenti a ritmo costante da sola) e soffro anche una scarsa autostima podistica, prova ne è l’ultimo km più allegro in cui, evidentemente, ancora avevo energia ed è molta questione di testa.

Non ho sofferto di alcun dolore o fastidio in nessun momento della gara, niente che mi potesse far sentire in reale sofferenza (se non l’odio profondo per la corsa l’universo e tutto quanto, spariti magicamente nell’entusiasmo dell’ultimo km).

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