Correre è una passione da vivere e da condividere!!!
Ci sono gare dove la prestazione di completa con un racconto per trasmettere le proprie emozioni che arrivano dritte al cuore di chi ha il piacere di leggerle …
Roberta
Eccomi qui a mettere ordine alle emozioni che immancabilmente mi travolgono quando si tratta di gare ma soprattutto di corsa …
Potrei iniziare con un “ ho fatto jogging “ tanto per continuare nel filone di “scherzo” con il mio coach , ma in questo caso posso solo parlare di gara, fare jogging e’ altro e io oggi comunque ho fatto una gara! Cosa mi abbia spinta ad affrontare una 21 km così senza preparazione e all’indomani dell’ennesimo infortunio occorsomi a gennaio ( frattura scomposta spontanea di una costola) non saprei dirlo ; so solo che fermarmi di nuovo per motivi di salute mi ha provata un bel po’ e stavo seriamente pensando di lasciare il mondo delle corse , forse il mio corpo mi sta comunicando che e’ meglio lasciar perdere … il corpo….. ma la testa no! La testa alla fine ha prevalso , in maniera del tutto incosciente lo so , ma se non mi fossi messa alla prova con una gara impegnativa , so che avrei mollato e in fondo non lo volevo! Quindi per una serie di casualità mi ritrovo iscritta alla Roma Ostia , non so come comunicarlo al mio coach , so che mi “cazziera’ “ ma non faccio a tempo a pensare che lui già sa … e sa anche che tanto faccio sempre “come c…o mi pare! “ ha ragione , ma è più forte di me!
Questa notte dormo male non perché sia agitata, ma mi sveglio di continuo ,alle 6.30 suona la sveglia , doccia e colazione e via arriviamo al punto di ritrovo della partenza , consegniamo le borse e ci riscaldiamo un po’ ( sono con altri amici della podistica) alle 8,45 circa entro in griglia , il clima e’ caldo una leggera pioggerellina ci saluta prima della partenza … alle 9,22 circa ecco lo start si va !
Mi faccio trasportare dalle persone , lascio fluire i pensieri , sapendo che mi terranno compagnia per circa 2 h !
Cerco di non affannarmi troppo ma non mi rendo conto di essere partita un po’ troppo forte ( lo vedrò poi quando all’arrivo scaricherò i dati del mio orologio) penso di dividere la gara in 5 km alla volta ,cercando un ritmo che tutto sommato credo di aver mantenuto …. al 7 km sento già la fatica e mi chiedo come potrò sostenere tanti altri km ma inganno il mio cervello , dicendomi che 7 già sono volati via!
Non ricordavo la prima salitella , ma la seconda quest’anno l’ho proprio faticata! Arrivata al 10 km mi sono proposta come obiettivo di arrivare al 15* senza guardare continuamente l’orologio ;mi dicevo “ dai Roby se arrivi al 15 e’ fatta!!! (😳); al 16 ho iniziato ad andare in crisi , avevo dolore all’anca sx , e sentivo la gamba completamente addormentata per cui mi sono resa conto che stavo correndo male e questo non era un bene !
Quindi con grande sforzo ho cercato di ritrovare una buona postura, ma non nego che la vocina di Lele Elena ed Alessandro , mi hanno ridestata, e mi hanno dato una carica incredibile! Non volevo deluderli!
Volgo il mio pensiero al 18 km come un assaggio di traguardo ( se sono arrivata fin qui , arriverò alla fine! ) poi penso al 19 … sono stanchissima ma stringo i denti , so che al 20 km c’è il nostro amico leo che farà le foto ; lo scorgo da lontano ma mentre sto passando lui abbassa lo sguardo , richiamo la sua attenzione e gli invio un bacio e così vengo immortalata dalle sue sapienti mani ( quanto sono vanesia!!!!😂)l’ultimo km viene da se , non sento più nulla ho solo un unico obiettivo raggiungere il traguardo che finalmente arriva !
Concludo in 2h0031″ Tapasciona? No felice , per qualcuno sarà un tempo così … per me e’ arrivare ad un traguardo con il cuore , dedicando questa corsa unicamente a Gianna , mia compagna di sventura , che di nuovo combatte contro il “ mostro” lei e’ la mia vera eroina, grande guerriera e amica….la mia forza nei momenti di crisi , perché so che nella vita ci sono gare ben più difficili … a tutti i “guerrieri “con amore …
Massimo 3B
La mia terza Roma-Ostia o come viene soprannominata la “Corri Colombo”.
La mattinata comincia presto, perchè devo fare il visore di uno dei pulman della Podistica che si recherà ad Ostia, ovviamente mi sono occupato del pulman “B”, neanche a chiederlo.
Non ho grosse aspettative per questa Roma-Ostia, sapevo già dall’inizio che doveva essere una sgambata senza chiedere nulla al cronometro. Prima della partenza ho persone che mi chiedono di fare insieme la gara, ma preferisco ringraziare e dire di no. Meglio andare da solo e non essere di peso a nessuno.
Quest’anno visto che lo scorso anno era andata bene per me, parto da una onorevole griglia verde. Parto e tengo la velocità di crociera a 5 a km, non voglio certo partire sparato e scoppiare subito, quando so che in questo periodo non ne ho. I primi 10 km ok, anche il salitone lo supero senza grossi problemi. Poi con il passare dei km vado in affanno e faccio gli ultimi km camminando e correndo.
C’è gente che fa 100 km come nulla fosse, per me anche 21 km fatti senza allenamento, senza testa e senza grandi stimoli sono un muro da superare. Riesco perfino a fermarmi al biscottone finale, dove c’è tutta la gente. Poi due orange che mi hanno superato allo sprint di Terni, mi danno almeno le motivazioni per correre gli ultimi 300 metri. Max ha detto una bella cosa prima della gara, che andava a divertirsi per 21 km. Io sembrava che andavo al patibolo -,-”’ Devo ritrovare le motivazioni di inizio anno.
Faccio davvero fatica a correre questo periodo. Le cose più belle comunque a fine gara sono: uno, prendere la bomboniera, non si sa da quanto non la mangiavo! Quanti ricordi adolescenziali con la bomboniera!! Due, raggiungere gli amici e vedere le espressioni felici perchè avevano fatto tempi alla grande. Nonostante non potevo essere soddisfatto della mia prestazione (7 minuti in più dello scorso anno), ero comunque contento di aver partecipato, e di passare il tempo in famiglia. La famiglia Orange 🍊
Tempo 1:53:42 👎
Questo tempo mi darà lo stimolo per rifare la gara il prossimo anno e farla seriamente come l’ho fatta lo scorso anno. Primo anno 1:57, secondo anno 1:46, terzo anno 1:53, e il quarto anno come andrà?
Ai “Poster” l’ardua sentenza 😁
Flaminia
Arrivare al mare? …per me è una festa!
Nonostante pareri contrari in quanto affrontata senza preparazione, con Tiziana abbiamo deciso di buttarci anche quest’anno e ci siamo iscritte alla Roma Ostia.
Prima ed unica prova per capire se sarei riuscita ad arrivare ad Ostia senza l’ausilio dell’autobus è stata la Xmilia … prova fallita miseramente!!! Non c’è stata una parte di me che ha reagito come doveva. Fiatone, gambe pesantissime e testa completamente assente.
Il mio pensiero dopo la Xmilia è stato che Tiziana aveva dovuto fare un gran lavoro per riuscire a farmi arrivare al traguardo. Come avrei potuto chiederle di fare altrettanto per 21 km?!?
Nelle due settimane successive ho deciso di eliminare questo brutto pensiero, la Roma Ostia è per me una festa e come tale la dovevo affrontare.
Con la visita alla Casa Roma-Ostia inizia questa nostra avventura. Ritiro del pettorale con raccomandazioni (anche a mia madre che da ex runner non manca mai ad una Casa Roma-Ostia…chissà magari un anno la faremo insieme!!!) da molti orange di fare colazione altrimenti questa volta mi avrebbero presa a calci, foto di rito con la mia amica/compagna di avventura e shopping.
Fin qui tutto tranquillo, ma con il passare delle ore il fantasma di far perdere minuti preziosi alla mia compagna si è nuovamente impadronito di me.
Domenica mattina con la faccia di chi deve andare a fare i lavori forzati mi presento all’incontro con la società, qualche battuta con molti amici del Forresteam, poi mi giro e con un sorrisone enorme vedo Stefano, può sembrare una fesseria ma vederlo così pieno di entusiasmo mi ha rimessa di buon umore 🙂
Lasciamo gli zaini, andiamo a fare la foto e poi per noi inizia la lunga attesa per la partenza tra una chiacchiera e una risata. Finalmente arrivano le 9.30…si parte…nessun ripensamento! Percorriamo i primi km e sento buone sensazioni, la gambe vanno…lungo la strada incontriamo Fausta che ci incita. Fino alla salita del camping riusciamo anche a scambiare qualche battuta. I primi 15 km passano abbastanza tranquilli, sicuramente molto meglio dello scorso anno, poi qualcosa si spezza nella testa della mia amica. Panico!!! La mia colonna portante sta cedendo…se molla lei chi mi porta ad Ostia??? Poi penso che non posso sempre gravare sulle sue forze e che questa volta è il mio turno, in fin dei conti sto ancora bene e mancano solo 7 km. In questo momento di difficoltà una grande carica arriva nell’incontrare Alessandro, Elena e Lele…un vero tifo da stadio! Poi tra un “Vai via ti prego!!!”, un “Non ci pensare proprio!!!”, un “Dai che ci metteremo più dello scorso anno! Vai!” ed un “Aò dovremmo fare l’ultimo tratto a 12’/km” superiamo i due punti che lo scorso anno mi hanno destabilizzata…il 17-esimo km e la rotonda.
Arriviamo al traguardo ovviamente mano nella mano, io felicissima lei un pò meno, ma tanto già so che il prossimo anno ritireremo insieme il pettorale. Ci rigeneriamo e poi sento la voce di Forrest che ci dice: “E fatelo un sorriso!”. Certo che lo faccio, non avremo fatto questo gran tempo ma sono comunque felice per come l’ho affrontata e per le sensazioni sentite.
Lo scorso anno ho corso la mia prima Roma Ostia perché avevo fatto una promessa, da quest’anno non importa se correndo, camminando o strisciando continuerò a fare questa gara finché mi sarà possibile per festeggiare la fine (spero del tutto) di un periodo infelice della mia vita.
Roma Ostia ci vediamo il prossimo anno!
Tiziana
A partire dalla Best Woman, le ultime gare fatte sono state tutte caratterizzate da un elemento nuovo … la mia testa.
Ho imparato a correre una gara senza subirla, reagendo con la testa, prima ancora che con le gambe. Ed è per questo che ieri sono andata alla partenza tranquilla, pensando che, nonostante fossi allenata poco meno di zero per questa distanza, l’avrei affrontata bene…. niente di più sbagliato!
Rivedendo i vari passaggi, con il senno di poi, posso dire di aver fatto molto meglio dello scorso anno , soprattutto nei primi 15 km e di essere crollata molto meno di quello che pensavo nella rimanente parte di gara…in effetti, se così non fosse stato non avrei chiuso la gara con 5 minuti in meno dello scorso anno.
Ma quello che è rimasto nella mia testa durante, subito dopo la gara e per tutto il resto della giornata è stata solo la sofferenza provata, soprattutto per quegli interminabili sette km prima di tagliare il traguardo. Nessuna emozione, nessuna soddisfazione per il risultato, nessuna voglia di provarci ancora ….esattamente l’opposto di quello che ho provato lo scorso anno nella mia prima mezza maratona. Per fortuna oggi è tutto diverso, sono felice di averci provato ancora, sono felice di aver anche solo tentato di farla meglio, sono felice di aver tagliato quel traguardo nonostante più volte avessi provato il desiderio di mollare (un grazie infinito a Flaminia che non me lo ha permesso e non mi ha lasciato sola, nonostante i miei continui “vai via, puoi fare un buon tempo”)
Quello che è rimasto nella mia testa oggi è soprattutto l’amicizia, l’amicizia di tutto il ForresTeam che mi ha sostenuto e incitato prima e dopo la gara, l’amicizia di Elena , Alessandro e quel musetto di Lele che non mi aspettavo di vedere lungo il percorso e che mi hanno dato un carico di energia incredibile in un momento in cui volevo mollare, l’Amicizia del Coach che è stato il primo volto amico incontrato dopo l’arrivo e mi ha “costretta” a sorridere e, dulcis in fundo, l’amicizia di Flaminia, che mi ha trascinato in questa avventura e con la quale ho condiviso tutto di questa gara, dal ritiro del pettorale alle chiacchiere durante l’attesa, dai commenti e imprecazioni (questa volta quasi soltanto mie!) durante la gara all’emozione di tagliare insieme il traguardo e la felicità di ritirare la meritata medaglia.
Claudia
Tra alti e bassi e varie indecisioni, decido di partecipare a questa mezza per eccellenza, si perché nonostante il percorso in alcuni tratti insidioso e anche un po monotono, é una gara che riesce sempre ad emozionarmi, si parte da Roma e si arriva al mare, ad ostia un posto che mi riporta all’infanzia, le giornate al mare con la mia famiglia e tanti ricordi passati.
Ne parlo con il coach ed entrambi sappiamo che non sarà per me un obiettivo, ma un riferimento, una sorta di ripartenza su questa distanza che mi vede ferma da giugno.
Fisicamente mi sento pronta, tra i mille impegni sono riuscita ad allenarmi, nonostante la mia testa ha fatto i capricci, decido che in questi 21 km devo allenare la mente, devo sfidare me stessa senza appoggiarmi a nessuno, ma sopratutto gestire il passo.
In griglia di partenza ne parlo con Fabio, Fabrizio, Walter e Gerardo, e mi sento serena. Voglio fare bene, e prendermi ciò che viene, divertirmi e arrivare al traguardo senza dovermi trascinare. Si parte e i km passano, quasi non me ne accorgo e tra un ristoro e un altro mi trovo all’11simo km e stranamente riesco ad affrontare meglio la salita del camping.
Continuo senza mai mollare e mi accorgo che tra i vari incitamenti sulla colombo (grazie ad Elena e Alessandro, che carica mi avete dato!)sono al 18simo Km con i palloncini dell’ 1.55…ma quel maledetto falsopiano mi fa perdere secondi preziosi e vedo i palloncini aimè che si allontanano. Ma sento che posso recuperare qualcosa, anche se come dice il coach quello che si perde prima, difficile recuperarlo dopo. Riprendo il passo e vedo il mare avvicinarsi…a tutta ora, tiro fuori la grinta e il 21esimo km “volo” a 5.15. Il traguardo é sempre piu vicino, c’è la mia amica Ilaria che urla il mio nome. Sono arrivata, un’altra medaglia conquistata con un tempo ancora da tapascia, ma dignitoso.
Blocco il garmin, 2h02’20” un arrivo DIVERSO, un traguardo di testa, riuscito con gli allenamenti del coach, senza esagerare a fare i famosi lunghetti, i Km si fanno con una buona testa! Ho tanto da lavorare, ma arrivare sorridendo per me é una vittoria!
Max
La mia RomaOstia mi emoziona sempre; quando ti posizioni al cordone della griglia provi sensazioni difficili da raccontare, sempre le stesse ma con una intensità sempre maggiore.
Provi a non pensarci, corri, saltelli, saluti i TOP/Fenomeni davanti a te, cerchi qualche segreto, mi confronto con Marco … gli ultimi accorgimenti “scaldati e non partire forte”; Silvia (alla sua prima mezza) è concentratissima; anche a lei qualche consiglio (ma non ne ha bisogno) ” il Coach ha detto che se a inizio lento vai, no recuperi più tempo perso”, il Coach ride, scherziamo ma la tensione sale vertiginosamente, pronti, via …
Parto con un andatura che sembrava giusta per una mezza, al secondo km qualcuno fa il punto delle situazione, sento una voce: siamo a 4.20/km, guardo il mio crono 4.16.
Mi dico che devo stare calmo.
Ormai ho iniziato solo e continuerò cosi, Stefano è partito più prudente, è ancora dietro (per poco).
Al 5 k sono ancora troppo veloce (4.27), ma le mie gambe rispondono bene.
Ripenso alla domenica prima ai 33 k di Rieti, penso alla preparazione della maratona e giuro a me stesso che manterrò un andatura adeguata.
All’8 k passa Stefano e lui non vede me, tanto era concentrato, non lo chiamo per non rallentarlo, e lui continua come fossi trasparente😂.
Arrivo all’intermedio dei 10 Km (4.33), il tratto è in salita, quella che tutti temiamo; qui sicuramente perdo molto, si sentono nelle gambe i k percorsi la domenica prima.
Comincio a puntare qualche treno da prendere al volo e vedo la nostra Marcella .
La raggiungo, ma la salita è ancora lunga, la seguo e cosi superiamo il 13 km…
Adesso discesa e provo a recuperare i secondi persi nella scalata.
Al 15 Km (4.40) Marcella è sempre davanti (sarà il mio treno fino alla fine/grazie).
E finalmente un pò di tifo…quello vero, davanti a me sulla corsia di destra in fila Elena , il trombettista Lele e il Vice Coach Alessandro fanno di tutto per farsi notare.
Non posso far altro che spostarmi di corsia per andare a salutarli e prendermi quella dose di energia che mi servirà fino alla fine.
E come dice Francesca , “si notava che la gamba aveva un sussulto repentino…doping”.
Dopo un pò di pioggia esce il sole e Ostia è bellissima, entro nel biscotto, adesso fuori tutto.
L’urlo di Francesca M. mi sprona ad allungare e in effetti subisco una seconda spinta, supero due treni troppo lenti adesso.
Marcella ha già superato il giro di biscotto, aumento anche io sul rettilineo, quasi la raggiungo.
E’ finita: 1.39’49”
WOW non ci credo ancora, sono felicissimo.
Fabio
Quest’anno non avevo programmato questa gara, i problemi alla sciatica che mi hanno interessato per buona parte dello scorso anno mi avevano fatto desistere dallo iscrivermi .ma poi, per uno come me che corre e ama queste distanze difficilmente riesce a stare a casa fermo e perdersi una gara che ha sempre amato.
Da inizio anno, mi sono allenato cercando di correre bene, curando la postura e nelle ultime settimane, grazie anche ai consigli del coach, ho finalizzato gli allenamenti affinché potessi correre questa gara in maniera spensierata.
Ho l’occasione di riprovare questi 21km, senza pretese di tempi (anche se ho un obiettivo di riferimento) ma solamente con l’intenzione di fare una gara gestita e senza farmi del male.
Con Fabrizio, al suo esordio, decidiamo di prepararla insieme e sempre con lui, decidiamo di divertirci e se poi riuscissimo a stare sotto le due ore sarebbe perfetto. Eccoci il giorno della gara, riscaldati, motivati e pronti ad affrontare la gara.
Partiamo tranquilli, senza fretta alcuna, dopo il secondo km convinto di avere Fabrizio e Valter nelle vicinanze invece mi trovo solo e dopo i primi 5 km sono a ridosso dei pacer delle 1.55 ore.
Fino al decimo km mi sono sentito tranquillo, solo un po’ di paura per la salita del camping che da lì a poco sarebbe iniziata, ed invece con enorme incredulità, iniziata l’ascesa, mi sono messo in frequenza eh ho affrontato con tranquillità la tanto temuta salita.
Mi sentivo carico, sentivo di avere tutto sotto controllo, di riuscire a gestire la gara, così è stato fino al 18 km dove tutto è andato fluido, sentivo il fiato nei miei polmoni. Ho sperato che almeno in questa gara i fastidi non si palesassero e invece …
18 km sento formicolii al piede, faccio finta di nulla, continuo a correre, mi sorpassa Valter che con la sua ironia mi fa sorridere.
Subito dopo ho crampi al polpaccio sinistro che mi impediscono di correre, sento il bisogno di fermarmi e tirare questo maledetto crampo.
Fortunatamente a 100 metri da me ci sono i medici ai quali chiedo di potermi aiutare con un po’ di ghiaccio, un sollievo, mi rimetto a correre, ho perso troppo tempo ( 19 km fatto a 7.31 e 20 km a 6.34) , fatico a riprendere il passo perso, al 20 km non sento più dolore, riprendo il passo, mille pensieri mi balenano in testa, ma devo assolutamente finire la gara sotto lo 2 ore, me lo devo, almeno questo, la mia gara finisce a 1.59.20 secondi…
Ripartirò da qui, con la consapevolezza che l’allenamento è tutto e nonostante non è andata come avessi voluto, sono consapevole che posso fare molto meglio, proprio come dice Eliot. “SOLO COLORO CHE RISCHIANO DI ANDARE TROPPO LONTANO SCOPRONO FIN DOVE POSSONO ARRIVARE”
Gerardo
Peno un po’ l’attesa in gabbia, sarà che non la corro da quattro anni, sarà che tutta questa gente mi incute un po’ di timore, cmq ho strizza.
Parto condividendo dieci km a ritmo adeguato insieme a Paolo Sai, poi lui ne ha di più e sulla salita mi stacca. Tutto bene fino al 17° km dove ho sentito le gambe veramente impiombate anche per via del falso piano, poco piano.
Nell’ultimo km l’orgoglio ha fatto capolino e ho ripreso a correre con un intensità adeguata. Considerando che l’ultima mezza è stata quella del Lago di Vico, chiusa a 1.52 con le gambe pesanti dal decimo, ho imparato a gestire a quel ritmo 7 km in più.
Sono sempre più convinto che per fare bene la mezza devo imparare a spingere di più nella dieci. Ringrazio Marco per gli allenamenti, i consigli, i pistolotti della sera post allenamento, tutto il ForresTeam con cui ho condiviso il prima e dopo gara, PaoloTop per la condivisione di mezza gara e di tante ripetute in pista e gli incitamenti di Elena, Alessandro e di loro figlio che mi hanno ridestato dal torpore che mi aveva colto in quel punto del percorso.
Arrivare oggi in ufficio e sentirmi chiedere anche da chi mastica solo calcio o biliardo, oh!! come è andata? Quanto hai fatto? La salita come era? Ti hanno dato la medaglia? Beh!!! a me averla finita, riempie d’orgoglio e di adrenalina per le prossime gare.
Francesca
E non c’è due senza tre !!!
Quest’anno è iniziato un po’ storto, forse mi ci devo abituare a questi piccoli campanelli d’allarme da non trascurare. E così la preparazione è un po’ zoppa, i chilometri si sono accumulati e arrivo all’appuntamento tanto amato da molti già stanca e stressata.
Questa gara però racchiude anche tanti altri pezzi di vita, di emozioni forti, arriva la mia Francesca e con lei una carica immensa. Ci sono quelle persone con cui basta uno sguardo per capirsi, un abbraccio per sentirsi meglio, sentirsi sollevati da tutte le difficoltà della tua vita, e lei è il mio bene prezioso.
Passiamo un sabato pomeriggio di chiacchiere, ricordi, racconti e confronti, e iniziamo ad organizzarci per la domenica con i miei moschettieri. Ci viene a prendere il Top, oggi siamo al completo con Max, Stefano e Francesca ci dirigiamo verso l’Eur.
Dopo qualche pratica preliminare consegniamo gli zaini, salutiamo Francesca che quest’anno ci farà il tifo all’arrivo per un problema al ginocchio. All’ iscrizione avevo deciso di scrivere I LOVE VALE sul pettorale, per lei e per la sua grande motivazione, non potevo immaginare che quest’anno Francesca sarebbe rimasta dietro la transenna, il fatto di portare il suo vessillo quest’anno mi carica di una grande responsabilità e ne vado fiera.
Oggi quindi entro in griglia con una motivazione in più, ci sparpagliamo un po’ ma ritrovo il meraviglioso Domenico, il gajardissimo Dottore, Mariano e ci intratteniamo fino alla partenza.
Purtroppo non ho trovato Marco Novelli, mi sarebbe piaciuto rifarla con lui, ma è andata così (sarà per il prossimo anno J).
Parto e seguo il SuperDoc, ma mi accorgo che il ritmo è molto sostenuto, riprendo un passo più contenuto e procedo da sola (strano a dirsi in mezzo alla fiumana ).
Verso il 7°km mi sento chiamare con un forte accento napoletano, ed ecco con sorpresa lo scudiero incontrato alla maratona di Roma, Antonio. Mi incita a seguirlo, ma non me la sento e lui va avanti. Incontro poi Cristiano, un forte triatleta conosciuto in Sardegna, che mi conduce per tre-quattro chilometri e poi riparte.
Continua il mio viaggio tra pensieri e… arriva la famosa salita. Mi ritrovo a correre sulla riga di mezzeria, come se mi avessero disegnato la via, automaticamente inizio anche a contare i passi.
La pioggia ci dà tregua e al 15°chilometro ecco un miraggio vero e proprio: trombette e urla della “Ultrà Family” (Elena, Alessandro e Lele) hanno come effetto immediato di farmi alzare la gamba e aumentare il passo.
Un ragazzo dietro a me si accorge di questo impulso e commenta: questo è doping!!
E’ vero, che energia! Al 17° i palloncini dell’1h 45’ mi raggiungono, poi li riprendo e vado avanti ed un tal Massimiliano mi chiede: “Podistica, portami fino all’arrivo”. Ma sì, penso, perché no? Gli dico di non mollare e questo aiuta sicuramente anche me, rimane un po’ indietro e dopo un po’ di lamentele una ragazza dice: dai Francesca, ti seguiamo noi! Massimiliano mi assicura che non mollerà e così procediamo.
Il falsopiano è interminabile, i pacer passano avanti e questo mi demoralizza un po’, ma sto bene e così stringo i denti, dopotutto sono ancora raggiungibili o comunque sono un riferimento ed ecco il mare, una meraviglia che si ripete.. arriva il biscotto e qui inizio a sentire le grida di Francesca, le lancio un bacio e allungo fino alla fine, con il suo daaaaaaaiiiiiiii che mi spinge fino a raggiungere quei palloncini e superarli, fino all’arrivo con la pelle d’oca e le lacrime, non per la prestazione, ma per le grandi emozioni che mi hanno riempito il cuore!
Siamo privilegiati, per te Vale, per te Franci!
Stefano
Eccomi qui nella griglia dei blu a formare il cordone Orange capitanato da Marco.
Sono pronto per affrontare la mia sesta edizione, nonostante che ormai io conosca bene il percorso e tutte le insidie che nasconde, questa manifestazione mi trasmette sempre una grande emozione come se fosse la prima volta. Il tempo passa veloce e senza accorgermene lo speaker inizia a fare il countdown ed appena dà lo starter un gran flusso di gente si lancia verso la discesa dell’Eur, vedo Silvia partire molto veloce e penso che non riuscirà a tenere quel passo per tutti quei km ma poi verrò a sapere con mia grande sorpresa ma soprattutto con mia tanta ammirazione che mi sbagliavo.
Anche Forrest e Max allungano il passo ed io rimango solo, sento subito che le gambe non vanno e capisco che oggi dovrò lottare per tutti i 21 km. Appena prendo la Colombo vengo raggiunto dai palloncini di 1h35, provo inizialmente a stare dietro a loro ma vanno troppo veloci per me e km su km anche loro spariscono.
Avevo scelto tra i consigli del nostro coach quello di osare ma capii che non era la giornata giusta, quindi senza demoralizzarmi pensai subito al piano B, cioè quello di fare più o meno il tempo ottenuto l’anno scorso.
Mi concentro così tanto che all’ottavo km raggiungo Massimo senza vederlo, peccato perché sono sicuro che potevamo continuare insieme.
Arrivo al decimo km con un tempo congruo al mio obiettivo, ma subito dopo ho dovuto affrontare la salita del camping dove quest’anno ho sofferto di più rispetto alle altre edizioni perdendo dei secondi ma riuscendo a recuperare nella discesa.
Poco prima del ristoro vedo da lontano la bellissima famiglia Libranti, alzo le braccia ed Elena mi vede ed iniziano ad incitarmi con trombe e urla, la loro presenza mi riempie di gioia ed energia positiva, questa è vera amicizia.
Chi come me non è la prima volta che partecipa a questa manifestazione sa che ora arriva la parte più difficile, in questi ultimi cinque chilometri devi lottare molto con te stesso perché sarà tanta la voglia di mollare.
Al 17° km inizia un falsopiano per 3 km, vedo tanti atleti fermarsi per poi continuare a camminare, anch’io non riesco più a tenere il ritmo e rallento un po’, fino al momento che vengo raggiunto dal mitico Alessandro Tavella anche lui della Podistica Solidarietà, mi invita a seguirlo ma io gli faccio capire che non ce l’avrei fatta a stargli dietro e lui per spronarmi mi disse “credo che non è un caso che ti chiamano Pit Bull”, queste sue parole fanno in me un effetto energizzante, mi affianco a lui e prendiamo un bel passo e mi chiedo da dove io riesca a prendere tutta questa forza, sicuramente molto è merito dei nostri allenamenti.
Raggiungiamo il lungomare e sento una voce da ragazza urlare a squarciagola il mio nome, si è proprio lei la mia amica Francesca Meini, anche lei era iscritta alla Roma Ostia ma per colpa di un infortunio dell’ultimo momento è stata costretta a rinunciare ma questo non gli ha impedito di venire a Roma per darci la carica.
Ormai io ed Ale stiamo affrontando la volata finale, il passo diventa ancora più veloce fino a raggiungere una media di 4’20”/Km.
Appena taglio il traguardo fermo il mio garmin in 1h37’06”, alzo le mani, anche se non è il mio Personal Best, sono felicissimo lo stesso perché non mi aspettavo di realizzare questo tempo.