Unica e irripetibile

la mia Maratona

Premessa

La Maratona di Roma d’estate…

Molti TOP RUNNER, quando li incontri alla partenza di una gara, sono soliti riproporre le solite litanie: “non sono preparato, ho un dolore qua, non ho dormito…” e poi partono a razzo e non li vedi più se non in classifica con un tempo eccezionale, spesso il loro P.B.!!!

Ecco non e’ questo il mio caso, per prima cosa perche’ non sono piu’ TOP da tempo ormai e soprattutto perchè si parla di una Maratona speciale, in edizione unica… irripetibile!

Molti (troppi) hanno preferito rinunciare per paura di fare brutte figure, altri hanno (purtroppo) subito infortuni, sicuramente tutti avranno il rimorso di non aver partecipato ad un evento memorabile!!!

E io potevo mancare?!?!

Da anni mi batto sostenendo che una Maratona si prepara quasi come una 10km, prediligendo la velocità da riportare per tutti i 42,195mt e quindi favorendo lo stile di corsa, lo slancio, la spinta!!! I lunghi?? A cosa serve allenarsi ad andare piano? Meglio allenarsi ad andare forte e poi “riposarsi” in gara!

Certo un 30km, massimo 34km va messo in programma, per fornire al corpo le informazioni necessarie a sopportare la fatica prolungata, ma poi ci si concentra sul Ritmo, sulla frequenza e sulla ripetizione di misure molto molto inferiori.

Questo e’ cio’ in cui credo fermamente e che propongo ai miei atleti che se non ingurgitano cose strane o non tradiscono le regole fanno sempre ottime prestazioni!!! E non lo dico per megalomania: parlano i tempi!

Il lavoro è soprattutto mentale, si allena la concentrazione e la determinazione, indispensabili per chiudere una mezza Maratona e soprattutto una Maratona! La mente, la volonta’, le motivazioni!!! Nessun pensiero negativo, nessuna disfatta, una decisa corsa verso l’obiettivo!

E’ stato molto confortante sentire nell’omelia del Vangelo, letto alla Messa del Maratoneta il giorno prima della Maratona di Roma, celebrata dal cardinale Ravasi, che la competizione non deve essere assolutamente sopraffazione dell’avversario ma un raggiungimento del proprio obiettivo, migliorarsi o comunque offrire la migliore prestazione possibile! Competere e’ avere un fine, un obiettivo, un risultato, che si basa sulle proprie capacita’. 

E allora questa volta mi metto in gioco puntando tutto sulla mia competitività, sapendo di rischiare al 100% la reputazione! Corro questa Maratona senza neanche un “lungo”, con al massimo 12km sulle gambe! Ovviamente con l’obiettivo di fare un tempo dignitoso per le mie possibilità, mi concedo una forbice di 15′ : 3h35′ – 3h50′, questo è l’intervallo da perseguire al mio arrivo della Maratona di Roma

E’ molto molto ambizioso come obiettivo perchè non ho mai superato 1 ora di corsa da piu’ di un anno e mezzo ed ho sempre effettuato allenamenti “veloci” di mezzofondo, con sedute di al massimo 3km!!! 

Perchè farlo? Perchè osare così pericolosamente??? Considerando poi che all’ultima Maratona di Roma, corsa nel 2019, ho fatto un pit stop nell’ambulanza dopo l’arrivo?

Perchè INSIEME SI PUO’!!! Non correro’ solo! Saranno con me le Associazioni che seguo molto da vicino, L’Associazione Malati di Ipertensione Polmonare e L’Associazione Infinito Amore Emanuele Ciccozzi, saranno con me tutti i miei atleti e le persone care che avrebbero voluto partecipare e non hanno potuto… saranno con me tutti i miei atleti che non hanno (ancora) imparato a correre con la testa, prima che con le braccia e le gambe. Posso dimostrare che la corsa è metafora della Vita e che si puo’ allenare la respirazione ma soprattutto la determinazione!

Insieme arriveremo al traguardo e poi mi prenderò i meritati applausi! Non e’ autocelebrazione è motivazione!

Verso la partenza

Purtroppo non mi fido di Peggy (Aprilia Pegaso 650) e non so come arrivare al ritrovo della gara, si parte alle 6:45/6:50, devo essere alla partenza per le 6:30 e al camion prima delle 6:00, i mezzi pubblici iniziano il servizio alle 5:30, non posso rischiare!

Ma per fortuna sono vicino a Ombretta, e allora le chiedo il favore. Appuntamento davanti al Corridore, ore 5:30 patteggiato dopo la sua proposta delle 5:50!!!

Andro’ all’appuntamento con Peggy, che non mi tradisce!

Arrivo alle 5:20 e scopro che dove vorrei parcheggiare stanno allestendo un mercatino! Nessun problema, parcheggio altrove. Ogni problema ha una soluzione se siamo calmi e riflessivi. Mentre aspetto vedo due persone che montano i gazebi per il mercato, ce ne sono almeno una trentina, ne vedo montare 15 e finalmente arriva Ombretta, 10′ di ritardo, per una donna e’ praticamente essere in anticpo (Carla non è sessismo è constatazione!)

Monto in sella e si va nella città ancora buia verso Via dei Normanni. Qualche tentennio dove fare l’ultima svolta, con Ombretta che guida prudente… ma non troppo. Si respira la tensione che io pero’ non voglio assolutamente avere, devo affrontare con la massima serenità questo evento!

Mi spiace separarmi da lei che è impegnata con calze e indumenti, ma siamo un po’ in ritardo e la mia onda parte prima… la saluto e vado verso il “check in” e scopro che c’è fila e l’assembramento per il passaggio sotto il metal-detector. Devo restare calmo e aspetto fiducioso, vedo “gli Scamarci”, gli urlo ma non mi sentono, incontro Uccia che mi racconta la sua preparazione e mi critica gli stati di Whats App.

Passo con successo il primo traguardo (metal detector) e mi avvio al camion proponendo il problema del casco, ma anche qui si trova una soluzione! Ho la malsana idea di andare dietro al camion per cambiarmi e scopro che lo usano come “bagno ausiliario”!!!

Opto prudentemente per abbigliamento “tattico” con maglia termica sotto la canotta Orange, non per la temperatura, ma per evitare escoriazioni dovute allo sfregamento inevitabile durante la corsa.

Stesso motivo per il quale utilizzo short aderenti fino al ginocchio. Evito guanti e manicotti perchè la temperatura seppur mattutina non è ancora rigida. Non indosso calze elastiche a compressione perchè se non ci sono particolari problemi muscolari meglio evitare in Maratona, troppo tempo con i polpacci “costretti” non è consigliabile.

Avevo dato un appuntamento al Camion 7 a tutti gli Orange per fare una foto insieme ma non vedo nessuno.

Gli unici due che incontro da quelle parti sono i Cerisola padre e figlio e la foto è di rigore:

cerisola
Siamo solo noi?

Sono pronto!

Mi avvio verso la partenza e incontro finalmente,con molto piacere, un gruppo Orange, per la precisione la “gang della Biondina“, con loro anche Cristina e Mimmi ed è coinvolente l’ urlo  “per la Podistica…

hip hip urrà !!!

Questo incontro è stato fondamentale per allegerire al massimo il clima della partenza. Ora è la volta di Scamarcino e Batman… e ci siamo! La speaker di Radio 105 prende il sopravvento, dopo averci fatto ascoltare “Nessun Dorma”!

Siamo la seconda Onda, partiremo alle 6:50 circa, davanti a noi c’e’ anche Saretta, accompagnata da due atleti di Atletica Vaticana (uno e’ il padre) e dallo zio Costa.

Inizia il countdown e con lo sparo e i coriandoli tricolore che dipingono la partenza. Si va!!!

E’ mia abitudine esorcizzare la Maratona menzionandola al minimo dal mercoledi che la precede. Come se non mi riguardasse, come se non la dovessi correre affatto. Ma ora siamo partiti ed è arrivato il momento di pensarci.

Troppo veloci? Io mi metto subito al regime che ovviamente ho rielaborato in gara. Rielaborato? Si puo’, anzi, deve succedere. Prima della competizione si pensa ad un obiettivo, un ritmo, un tempo finale, poi in gara si puo’ modificare valutando le tante variabili che entrano in gioco, che sono fondamentali per “aggiustare” il tiro. Si puo’ decidere di andare piu’ veloce, più piano, di andare in progressivo… insomma si deve “rielaborare” durante il percorso valutando le variabili e il check del corpo e della mente. Avevo pianificato un (comodo?) 5’20″/km ma ora che sono “dentro”  opto per andare un filo sotto i 5’/km

La Maratona

Quando passi davanti l’Altare della Patria capisci che l’avventura è iniziata e mai come questa volta è un’avventura  nella quale non si conosce l’esito, ma si può e si deve fare di tutto affinchè sia una bella storia e soprattutto un insegnamento per chi deve imparare a usare le infinite doti della mente…

Quindi se fino a 5’ fa non ho pensato affatto alla Maratona di Roma, ora il pensiero è su come affrontarla, pulendo la mente da tutto cio’ che negativamente contamina e producendo solo motivazioni, incitamenti e buoni propositi!!!

I primi 5km sono sempre e comunque “facili”, c’e’ l’entusiasmo di tutti e soprattutto ci sono le energie per correre bene. L’incontro con il mio amico/rivale Andrea mi fa subito ricorrere alle “scaramanzie di rito” dopo essermi sentito dire: “Ahoo me raccomando”!!!

Qua la protagonista è “La Manu”, la scritta che campeggia sulla sua schiena e che un gruppone di “maschiacci” legge fino in fondo… creando assembramento! Ma io passo avanti, ho altre mire…

In questa fase bisogna tenere le briglie, è facile, troppo facile avere deliri di onnipotenza e pensare di poter effettuare prestazioni eccezionali.

Se c’è una cosa veramente sbagliata in una Maratona (e specialmente a Roma…) è fare proiezioni!!! Stai andando un po’ più forte? Non esagerare!!! E prendi queste briciole di vantaggio per andare più comodo nell’ultimo tratto…

Al ristoro del 5° km un bicchiere d’acqua al volo come da mio protocollo senza perdere neanche un secondo.

Ecco il primo punto di cambio della staffetta, bello vedere MassimoX e Peppe che mi salutano con entusiasmo!!!

Siamo a San Paolo, la mia “vecchia” Armellini è la’ che si affaccia sul piazzale e mi ricorda l’adolescenza e le avvincenti competizioni studentesche svolte nel fango, sul tartan o anche sulla terra rossa che in quel tempo ricopriva la pista! Le urla della Marchetti sono inconfondibil!!!

Mi affianca un “collega” del corso Istruttori che mi apostrofa :”ahoo c’ho messo 7km a riprenderti”, ma lo lascio passare, io ho il mio “piano”, il mio ritmo. Poi lu fa coppia con altri runner, i famosi “canacci di 60anni” che pero’ poi pagheranno questo insano gesto di seguirlo.

Siamo su Viale Marconi e ormai si sono fatti gli “intorni”, ovvero atleti che ti accompagneranno per tutto il viaggio o quasi, un elastico che ti vedrà un momento avanti e poi rilanciato indietro, ma anche a fianco. Schiene che si riconoscono.

Intorno al nono chilometro, sempre proseguendo con andatura tronfia e baldanzosa, inizio a concretizzare il pensiero non solo di fare una Maratona “esemplare” ma anche strepitosa!!! Sto molto bene, il check generale da responso più che positivo e allora perche’ no? Osiamo!

Penso alla Messa di ieri e soprattutto alla preghiera del Maratoneta che più volte propone il parallelo tra corsa e Vita, la Maratona metafora della vita associando momenti di  successi e di sconfitta come i chilometri percorsi.

E allora, prendendo spunto dalla metafora, da questo chilometro decido di ripercorrere la mia vita associando i miei anni al chilometro che sto affrontando, ricordando i momenti salienti di quell’anno di vita partendo dai 9 e arrivando ai 42 e spicci!!!

Un bel modo per impegnare la mente e rivivere gioie e dolori della mia esistenza.

Appena elaborato questo proposito non posso non pensare ai discorsi “giovanili” tenuti con il mio Amico fraterno Robba. A proposito di Vita lui asseriva tranquillamente:” Quando starai pe’ mori’ rivivrai tutta la tua vita e specialmente questo momento”, riferendosi al mio primo successo nei campionati provinciali ai giochi della gioventù!!!

Ma, pur non essendo in punto di morte (e continuo con gli scongiuri), il ricordo ritorna e lo associo al chilometro appena percorso, sorridendo.

Questo metodo alla fine e’ risultato validissimo per impegnare la mente “piacevolmente” e non far arrivare al cervello numerosi dolori e segnali di cedimento.

Al decimo chilometro prendo la bottiglia d’acqua, senza ferarmi e, ovviamente, bevendo in corsa mi strozzo. Non è il momento di morire, quindi mi riprendo dopo 50mt/60mt di apnea.

Malgrado sia ancora estate, non fa assolutamente caldo. Indubbiamente molti hanno accusato l’elevato tasso di umidità ma io adoro questo clima e mi ci trovo benissimo!!

Intorno al 15esimo chilometro un’orda di “convinti” assiepati ai pacer delle 3h30 mi affianca e mi ritrovo ad averne lo stesso passo.

I pacer sono (come sempre) in anticipo di almeno 3’: evidentemente devono raggiungere come tempo il primo “gun-time”, cosa che li portera’ ad andare fortemente ad elastico.

Mi da fastidio stare in questa gruppo: discorso alienanti su proiezioni, prestazioni e via discorrendo, senza contare il fatto che sono anche maleodoranti, non posso nasconderlo!!!

Li lascio passare e gli do il giusto distacco per alleviare le mie orecchie e le mie narici.

Ci avviciniamo a zone “note” per i nostri allenamenti: lo Stadio Olimpico e il vicino Stadio Pietro Mennea. Si passa il ponte per andare dalla parte opposta del Tevere e qui incontro Rosetta con i suoi cani che mi regala un bellissimo incitamento!

C’è un runner in canotta scura con scritta “Winchester” gialla sulla schiena che ad ogni ristoro mi trovo a superare. Lui cammina e io ho appena fatto il mio “pieno” di carburante che dal 15esimo è pressochè identico : una bottiglietta d’acqua di cui bevo al netto circa metà e buona parte la uso per rinfrescarmi, mezzo (anche meno) bicchiere di sali.

Supero “Winchester” e poi lo incontro di nuovo al ristoro successivo davanti… e lo supero di nuovo. Ma da dove passa??? Mah!

Passo alla mezza Maratona un filo sopra 1h45’. Diciamo che durante l’importante check-up della metà del viaggio le ambizioni velleitarie dei primi  chilometri sono state rimosse. Avrei voluto chiudere sotto le 3h30’ ma ora rielaboro di nuovo il tutto e mi propongo un più fattibile sotto le 3h50’

Queste non sono assolutamente proiezioni ma coscienti e consapevoli considerazioni, conoscendo bene il conto che Roma mi sta per presentare.

Le gambe iniziano ad indurirsi. Ho gia’da oltre 10km superato la soglia della sicurezza, del gia’ provato in allenamento, sono ora nel vuoto ingestibile del pronto a tutto.

A dire il vero la sensazione che avevo gia’ prima della partenza era di gambe contratte, piccoli dolori muscolari dovuto all’intensità dell’allenamento breve, alla pista, alle salite: insomma sono ottime sensazioni per correre un 1500mt non certo una Maratona!!!

Ora vestendo i panni dello “gnegne” di turno accuso anche forti dolori al fegato. Lo sforzo a cui il fisico non è abituato provoca inevitabilmente questo tipo di conseguenze, se aggiungi poi anche le banane che mi sono strafogato ai ristori

La sensazione è contraddittoria: ho dolori al fegato ma anche un vuoto nello stomaco, come voglia di mangiare, ma se mangio appesantisco la “digestione” e quindi il lavoro del fegato… che fare?

esausto
le difficolta’ della Maratona segnano inequivocabilmente!

Beh se seguo questo filone di pensieri mi fermo prima del 30esimo km e addio sogni di gloria.

La Maratona in questo punto fa enorme selezione. Ho visto un TOP in ambulanza, molti “normal” runner arrancare ai lati della strada, altri camminare e tra loro più di un pacer … mah!

Il mio metodo di raccontarmi la mia vita ora più che mai diventa fondamentale per non mollare!

Sono fondamentali anche i ristori, che sono più ravvicinati di 5km uno dall’altro, ce ne sono anche intermedi e questo è un po’ come un’oasi nel deserto ma anche un  problema per il tempo che si perde.

All’arrivo al Paolo Rosi e al conseguente salitone che porta a Villa Glori si vive forse il peggior momento di difficoltà! A metà salita PG mi incita e mi sospinge oltre le attuali possibilità.

La discesa che porta al Villaggio Olimpico non aiuta, se hai dolori muscolari non puoi “aggredire” quindi non si guadagnano secondi e soprattutto bisogna stare molto attenti ai contraccolpi che potrebbero essere fatali.

Un incontro di occhi con il TOP mi infonde nuova carica, leggo dal suo sguardo la voglia di voler essere al mio posto e anche per lui reagisco alle attuali avversità. Poi Max mi da un’altra iniezione di forza e uscendo dal villaggio, che da sempre reputo il peggior punto sia come location che per stato psico-fisico della Maratona, vedo il Presidente!

Super carica quando mi fotografa dicendo: “tie’ stai facendo una passeggiata di salute”. Ovviamente il mio sguardo mente spudoratamente: sto soffrendo l’inferno ma lui mi vede fresco e sereno!!!

La termica che molti hanno criticato e’ ora bagnatissima e serve come refrigerante corporeo. Cerco di mantenere la temperatura “fresca” con l’acqua dei ristori e con qualche spugnaggio. All’inizio non ho utilizzato le spugne per evitare di aumentare di peso per via dei tessuti bagnati, ma ormai tra sudore e acqua sono completamente fradicio e quindi tanto vale sfruttare il getto della spugna.

Sarà per il mancato risciacquo o per gli scongiuri reiterati ma i miei pantaloncini iniziano a schiumare in modo imbarazzante. Ogni tanto provo a pulirli con l’acqua ma ottengo l’effetto contrario.

Aspetto con trepidazione il 32esimo e poi altro che muro: la mia teoria, che poi si trasforma in pratica, dice che da ora manca una 10k facile… anzi lenta! Dajeee e che ce vo’??

Prendo una caramella dal caro Fulvio che ormai e’ una tradizione e continuo sul lato del Tevere che porta verso il ritorno.

Ecco che vedo Carla, forse la più entusiasta di tutti nel vedermi! Salta e mi chiede cio’ che è non è solo dovuto ma fortemente voluto: corri per me questi ultimi 7km!!!

Dai con altre motivazioni, dai che ci siamo!!!

Motivazioni!

Il mio orologio continua a chiamare la fine del chilometro sempre prima, c’e’ ormai un disallineamento di oltre 500mt.

Il percorso propone leggere ma piacevoli varianti rispetto ai precedenti: la sensazione pero’ a volte e’ di essere nello stesso punto.

La mia vita, cosi come la mia Maratona, è ora nella fase migliore, ma, come la metafora insegna, non si riesce ad apprezzare perché distratti da mille altri aspetti!!!

Questa Maratona è una grande lezione. Bisogna considerare e vivere al meglio ogni istante, associando le giuste priorità, senza farsi distrarre da elementi minori che oscurano cio’ che conta davvero!

Piazza del Popolo e’ il biscotto che propone la svolta verso l’arrivo: ci siam quasi ma non è finita!

Aumentano i “caduti” e sorpasso ancora Winchester.

Quanti trascinano il corpo invece di correre… troppi. Guardo loro e cerco di assumere una postura almeno dignitosa.

Ecco Botta, era praticamente per lui che avevo impostato un ritmo iniziale ambizioso. “A Ma’ se arrivi sopra le 3h40’ te tolgo il saluto”, mi aveva scritto due giorni prima della gara nel post che sono solito fare ad ogni vigilia di una Maratona, dove invito ad indovinare il tempo con la quale la chiuderò. Premio: il libro di Giorgia Onorati, “Alla sinistra del cuore”

Albe’ spero di riconquistare presto la tua stima: oggi non ce la farò!!!

Assiepate dietro le transenne vedo Tiziana e Milla, le vorrei abbracciare ma sono impegnato a percorrere un terribile falso-piano con sampietrini che è davvero una frustata su ogni muscolo!

Il percorso in questo tratto è davvero impegnativo, sarà anche perché le forze sono esaurite da tempo e si va avanti solo con la tenacia e le motivazioni.

E tutti quelli che arrancano? Camminano? Si fermano? Hanno solo perso la battaglia corpo e mente, il corpo cede presto, a volte troppo presto, ma la mente puo’ spingere oltre: se la mente non spinge più allora è disfatta inesorabile!

Ancora pacer che camminano… e chi mi conosce sa a cosa sto pensando.

Per fortuna si evita il sottopasso, si fanno alcune chicane e poi eccoci a Piazza Navona che in questa edizione è una specie di ultima passerella prima dell’arrivo!

In fondo al rettilineo vedo l’inconfondibile chioma di Draghi-Draghi con il suo obiettivo pronto a cogliere le gioie, la fatica, la disperazione o l’esaltazione. In ogni caso le forti emozioni che puo’ vincere chi e’ giunto fino a questo punto della gara!!!

Non so se è uscito un sorriso ma sicuramente ho pensato di farlo con tutto me stesso!

Largo Argentina e poi la salita finale che porta al traguardo!

Ci vorrebbe una scossa per trovare la forza di arrivare, e la scossa arriva!!

Ma che belli che siete, il più bell’incoraggiamento di tutta la Maratona, ma forse perché sono in dirittura finale?? Ubba, Alessia e Chiara saltano: Ubba urla piu’ di tutti e mi infonde gioia, la stessa che sono certo ha saputo regalare a tanti bimbi nelle corsie degli ospedali mascherato da clown da cui appunto il soprannome!!!

Ariecco Winchester: lo passo una volta per tutte!!!

E adesso pensiamo a chi potrà vincere il premio indovina ForresTime, ora ci siamo, pochi metri e si concluderà questo meraviglioso viaggio per le strade della mia città, questo parallelismo con alcuni anni della mia vita, sono arrivato ai miei 42 anni (il 2008) un momento dove ho raggiunto il massimo da ogni punto di vista: Amore, Famiglia, Casa, Lavoro… eppure non siamo mai appagati e si cerca qualcosa in più, rovinando spesso quello che più conta!

Ora, in questi ultimi 195mt penso a tutto ciò che ho costruito, a ciò che ho distrutto. Penso che correre, come vivere, è un grande privilegio che ci dobbiamo meritare attimo dopo attimo, metro dopo metro!!!

Vorrei arrivare in 3h47 perché il 14 è un numero speciale per me. E’ 3+4+7=14 !!!

Ma il disallineamento mi tradisce e arrivo in 3h48’21”, un tempo “appena dignitoso” che conferma le mie teorie che empiricamente, mettendomi in gioco in prima persona, diventano pratica!

Per correre sopra le 4h basta partecipare, per andare sotto ci vuole un coach che sappia allenare corpo e mente, ma soprattutto la mente.

Io oggi l’ho dimostrato a me stesso e a chi crede in me!!!

Taglio il traguardo!!!

Post Maratona

Mi prendo la medaglia e il domopack non tanto per coprirmi ma per usarlo come protezione per sedermi.

Ho evitato le calze elastiche ma ho stretto bene le scarpe, ora subito dopo l’arrivo le vorrei sciogliere ma ogni movimento è praticamente impossibile. Si diventa un pezzo di legno e ogni piegamento è un urlo di dolore. Mi inginocchio per slacciare la prima scarpa e subito mi circondano persone della croce rossa: le guardo rassicurante e dico che è tutto a posto, mi sto solo slacciando la scarpa, ma evidentemente non do le adeguate sicurezze e non si spostano.

marian
Agoniata Medaglia!

Passo all’altra scarpa muovendomi a rallentatore e loro, i volontari della croce rossa, sono ancora la’. C’è praticamente un’altra maratona da fare per arrivare al camion del cambio- Allora opto per una breve sosta per consumare parte del pacco gara (poverissimo) che ci e’ stato fornito.

Mi alzo, con la difficolta’ di un invertebrato e mi incammino verso il camion, il numero 3.

Qua incontro Scamarcino e ci facciamo una foto ricordo!

Altre foto con sfondo er Colosseo e mi avvio lentamente verso il ritorno.

Da questo lato non so assolutamente come tornare a casa, ma sono fiducioso. Mi metto la medaglia al collo non tanto per vanità quanto per giustificare il mio andamento che potrebbe creare equivoci.

Raggiungo la fermata e passa un tram simile all’8

Salgo e mi dico: “da qualche parte mi porterà”. Chiedo alla tipica signora che è sempre su un mezzo pubblico e sa tutte le linee da dove vengono e dove vanno. “Scusi dove va questo tram?” E lei: “dove devi andare”???

Le dico la mia meta e mi dice di scendere alla prossima prendere un bus per termini e la’ prendere metro o altro bus per la mia destinazione.

Interviene un signore che con strafottenza boccia la soluzione gentilmente offerta dalla signora e mi propone un’altra soluzione con 2 metro, più veloce.

Ma io non ho fretta e mentre penso i due iniziano a litigare sostenendo ognuno la propria soluzione. Mentre litigano scendo, sposando la soluzione della signora e torno a casa a leggere i commenti del gruppo tenuti durante la Maratona di Roma!

Grazie a tutti coloro che hanno incitato, sostenuto e soprattutto aiutato i Maratoneti e gli staffettisti a portare a termine questa gara unica e irripetibile!!!

Dajeeeeeeeeeeeee

E anche questa è fatta…

Staffettisti e Fan

I resoconti del ForresTeam

Massimo X

Il pensiero di correre la Maratona mi angoscia, non è la prima, ma non l’ho preparata, le tabelle del coach seguite solo le ultime due settimane.

Provo a buttargliela lì, ma se faccio 21 Km e poi mi ritiro? (il 21 Km passa sotto il portone di casa…) Risposta: “non esiste, se uno parte arriva, e non si ritira…”. Vabbeh, tocca correre.

Arriva in soccorso il mio circolo, gli manca uno staffettista per la seconda frazione, e vaiiii, è andata, me la sono scampata.

Mattina della gara: arrivo al punto di scambio, sono di umore pessimo. Il coach ha detto che ce la potevi fare a correre la Maratona. Mi accartoccio in pensieri tipo: in pratica ti sei ritirato, non hai accettato la sfida, hai scelto la via più facile….no ma dai il tuo circolo…non dire min.hte…ti sei sottratto alla sfida e basta. Ma non ero preparato… la tua testa non era pronta…allora non lo senti quello che dice il coach in pista…

Passa Mariano, lo incito e mi incupisco ancora di più, passa il coach, lo incito e sprofondo nel rimpianto.

Ore 07:50 circa arrivano i primi staffettisti, sono avvelenati, nel gruppone in attesa dei cambi sale l’agonismo, sembra di essere ai box della Formula 1. Un altro socio mi dice che il mio cambio corre a 6, mi metto comodo…

08:00 circa, mi passa davanti il mio cambio, porc., ma chi è sto’ missile… parto a razzo, lo affianco (il gonfiabile va passato insieme), clicco furiosamente sull’orologio. Si inizia. Ma a quanto andava, mò io che faccio…provo a stare sotto i 5,30. Prima vibrazione, uno sguardo al quadrante, dati incomprensibili…ma che è…Porc. ho messo MTB come sport, (non è che posso correre con gli occhiali da lettura…).

Altra serie di furiosi clic…sorpasso i camminatori, raggiungo i primi pacer…sorpasso e saluto “la Contessa” e il suo gruppo (mi dico: chissà poi perché la chiamano così…sarà nobile?) mi sorpassano altri staffettisti…sono più giovani di te mi dico…Eh no questo qua no, ha la tua età. E mo’m’avete rotto… mi incollo al suo passo.

Dice il coach: a correre lento fai la stessa fatica che a correre veloce. Ecco appunto, quindi zitto e corri veloce che è meglio, e pensa che la prossima volta lo devi fare per 42 Km…ah ma no, poi vediamo, un’andatura tranquilla..ahò e basta! Corri!

I KM passano, non guardo l’orologio, lascio andare le gambe incollato alla lepre, a circa metà percorso agguanto un bicchiere di sali, bevo al volo, praticamente mi autosoffoco, mi fermo. Tanto te riprendo…

Riparto, Lungotevere, Via della Conciliazione, conosco ogni singolo metro del percorso (..noi di Roma Nord…) sorpasso la lepre…mi sorpassano due staffettiste..ahò e allora ce l’avete con me…gli sto dietro. A quanto vado, zitto e corri.

Ultimo Km, accelero, no aspetta che stai schiumando, 200 mt di recupero e riparto, entro a razzo nella zona cambio, mi affianca il terzo staffettista del mio gruppo, gonfiabile ed è finita… Mi sale l’inc.zatura per non aver corso la Maratona…neanche riesco ad essere stanco…5:09 di media..

L’amaro calice si beve fino in fondo, vado sotto casa, mi appoggio alla barriera di metallo e mi metto ad incitare i maratoneti.

Ombretta

Oggi per delle commissioni di lavoro sono tornata in centro e con un sorriso ebete stampato in viso ho ripercorso la giornata di ieri.

Bene, benissimo fino al 18° chilometro, al 30° mantenevo ancora il mio ritmo abituale.

Gli ultimi 12 chilometri sono stati i più difficili dal punto di vista fisico, ma i più esaltanti per tutto il sostegno ricevuto. Ogni 500 metri c’erano amici, compagni di squadra, atleti, bambini, sconosciuti che mi hanno supportato, trascinato e spinto verso il traguardo, facendo in modo che io riuscissi a concludere questo viaggio iniziato all’alba di una domenica di settembre.

Scamarcione

Arriviamo a via dei Normanni per fare la foto con gli altri : non c’è nessuno , e la foto ?

Vediamo Ombretta ci facciamo la foto con lei nel buio del Colosseo alle spalle dai andiamo al check .

Un po’ di fila consegniamo le nostre borse e via andiamo verso la partenza ci incontriamo un con quelli della podistica Tiziana, Fabio, Massimiliano , Andrea , Sara ,Nancy , Vittorio , Jean Pierre e Forrest e ci siamo fatti la foto e filmato di rito , con le urla di Forrest .

Pronti in fila non sono nervoso , forse perché non ho grosse aspettative col tempo ma solo cercare di finirla senza troppi dolori alle ginocchia e al massimo delle mie possibilità .

Il cielo si sta piano piano schiarendo sono le 7.10 già due onde sono andate e finalmente tocca a noi, che emozione , vai piano piano tanti runner intorno e vicino Jean Pierre subito altare della patria , teatro Marcello , circo massimo , viale Aventino all’imbocco di via marco polo ho un urgenza mi devo fermare mi nascondo un attimo contro le mura e scappo via , non mi era mai successo cosi presto , Jean Pierre è andato avanti comunque prendo un passo regolare ancora non ho dolori e arrivo sulla Cristoforo Colombo, giriamo a destra direzione ponte bianco siamo su via Ostiense ancora passo regolare e tranquillo ogni tanto ci affianca qualche runner della podistica con il quale si scambiano due chiacchiere veloci e poi loro scappano avanti non li seguo….

Zona S. Paolo le urla di incitamento di Claudia Marchetti . Attraversato Ponte Marconi i primi leggeri cedimenti al ginocchio destro.

Al nono km sento una forte fitta che mi costringe a fermarmi un attimo un massaggio due passi a piedi e riprendo piano piano imbocco via portuense direzione vecchio mattatoio lo superiamo corro al limite del dolore per non fermarmi . In quel punto , Monte Testaccio , non c’è più la banda che ci accompagnava gli altri anni , peccato , continuo per via marmorata direzione lungotevere e superata la bocca della verità un ‘ altra fitta e sensazione di blocco del ginocchio altra fermata massaggino camminata e ripresa lenta , purtroppo cosi fino al 36esimo km sommati ai dolori delle dita dei piedi e quelli di pancia ,movimenti tellurici intestinali , per fortuna smaltiti al 36esimo km , i ristori li ho fatti tutti un sorso di acqua e un po’ di Sali ,forse questi li avrei dovuti prendere dal 15esimo in poi perché ho avuto la sensazione siano stati la causa del mal di pancia ,insomma una maratona non vissuta per niente bene.

Ma non divaghiamo ho stretto i denti , ho scacciato i pensieri negativi e sono andato avanti ho incontrato molti amici della podistica a fare il tifo ad incitarci il Presidente e Raffaele al 32esimo Max e Paolo più avanti , Fulvio al 35esimo che mi ha affiancato per un tratto mi ha offerto le caramelle, che non ho preso per paura di peggiorare il mio mal di pancia , Roberto e poi gli incitamenti di Cristina che mi ha affiancato fino da Carla altri incitamenti fino al 37esimo km Ara pacis dove scherzando con un runner dei Bancari al quale ho detto: “dai facciamo questi ultimi 5 km a palla” , beh non so se è stato perché finalmente stavamo entrando nella parte più bella di Roma o il calore, fin li e anche dopo , ricevuto dagli amici, sicuramente entrambe le cose, ho avuto una leggera ripresa che mi ha trascinato per tutto l’ultimo tratto senza mai fermarmi.

Imboccato via del corso fino a Piazza del popolo dove c’era Tizzy poi via del Babbuino, Piazza di Spagna piena di persone ad incitare, via del Tritone e poi di nuovo via del Corso e poi la bellissima Piazza Navona dove Carla ci aspettava ben appostata per farci delle bellissime foto!

Ed infine gli ultimi 2 km un breve tratto subito dopo piazza Navona ho preso una bottiglietta di acqua un sorso e via senza mai fermarmi anzi accelerando leggermente , fino all’arrivo, da dove a cinquanta metri momenti cadevo inciampando in un Sanpietrino!

Ho tagliato il traguardo dimenticando in quell’attimo tutta la fatica fatta per arrivarci . 5h08’ un tempone , ironia , un’ora oltre oltre le mie aspettative di Maggio…

Vabbè sarà la prossima volta!

La soddisfazione era tanta, certo le gambe erano due pezzi di legno

Sono omunque felice!

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